BELLEZZA VS INTELLIGENZA
(IN AMOR VINCE…CHI INSEGUE)
Prefazione
Questo racconto narra delle vicende di un gruppo di persone che vivono in modi quasi diametralmente opposti la propria adolescenza, per poi incontrarsi dopo pochi anni in una serie di intrecci un po’ machiavellici ma, a mio modesto parere, efficaci.
È una storia d’amore, corrisposto e non…beh non vi preoccupate, le scene di tortura arriveranno, ma vorrei creare un degno contorno, evitando le solite situazioni già viste e riviste e, soprattutto, la volgarità.
Chi è alla ricerca di scene di sesso esplicito, di donne violentate “tradizionalmente” e di racconti brevi senza troppi preliminari…eviti di leggere.
CAPITOLO 1 – ALEX E TANIA
Sette anni fa
Siamo in primavera, i ragazzi della scuola attendono con ansia l’arrivo dell’estate, dei viaggi, delle avventure amorose; il pensiero di tutti non è rivolto ai libri, ma a quello che faranno una volta finite le lezioni.
In una classe come tante altre, siedono ai banchi Tania e Alex. Si conoscono dal primo anno. Sono amici.
LEI: Tania; 14 anni; figlia di 2 contadini; capelli scuri, occhi scuri.
Segni particolari: bellissima; la natura con lei è stata molto generosa: un viso splendido, due occhi da favola, una pelle morbida e priva di imperfezioni, un corpo bellissimo, ma tonica e ben formata, un seno non ancora completamente sviluppato, ma impressionante per fermezza; a questo si aggiunge il fatto che, fin da piccola ha sempre avuto l’abitudine di raggiungere la scuola a piedi o in bicicletta, data la misera condizione economica dei suoi genitori, macinando chilometri e chilometri ogni giorno; inoltre aiutava spesso e volentieri i suoi genitori nei lavori in campagna; quando poteva le piaceva rilassarsi andando a nuotare nel laghetto vicino a casa sua. Il risultato è una ragazza bellissima, che toglie il fiato solo a vederla da lontano.
Non è molto brava a scuola, non le piace tanto studiare. In compenso eccelle in tutti gli sport: persino i ragazzi non riescono a tenerle testa.
Spera di diplomarsi, trovare un lavoro onesto per aiutare i suoi, trovare il ragazzo dei suoi sogni, mettere su famiglia, più avanti; il suo sogno, però, sarebbe di diventare un’atleta affermata. Per questo, appena può, si allena, correndo, nuotando, facendo ginnastica da sola in campagna (non potendo permettersi una palestra).
LUI: Alex, 14 anni, figlio di 2 docenti universitari; capelli castani, occhi azzurri. Ha ereditato dai suoi genitori una mente fuori dal comune; riuscirebbe ad avere voti sopra la media senza studiare, ma i suoi, per lui vogliono il meglio: fin da piccolo lo hanno costretto allo studio di 4 lingue diverse e gli hanno un po’ impedito di farsi una vera e propria vita sociale; ne viene fuori un ragazzo molto intelligente ma timido e introverso; viene spesso schernito dai suoi coetanei per il suo aspetto fisico: non molto alto, un po’ soprappeso, assolutamente negato per qualsiasi attività che non richieda solo il ragionamento, un fisico già di per sé non eccezionale, ulteriormente rovinato dagli anni passati sui libri e al computer. Non ha mai avuto una ragazza, ed è consapevole del fatto che farà molta fatica a trovarne una, viste le sue difficoltà a relazionarsi con gli altri; è sempre stato un po’ rassegnato.
Il loro primo giorno di scuola.
Arrivano entrambi in ritardo, si siedono nell’unico banco rimasto libero; per lui è un colpo di fulmine; non ha mai visto una creatura simile; stare vicino a lei lo fa stare al settimo cielo; tuttavia è consapevole del fatto che non potrà mai averla. Già si prepara a vederla mentre va a sedersi da un’altra parte, quando lei gli sorride e gli chiede di spiegarle una formula che non ha capito: lui sorride a sua volta e le spiega la formula con una naturalezza disarmante.
Diventano “amici”; Tania vede in lui un ragazzo tenero e sensibile, un amico; fra di loro si crea una sorta di tacito accordo; Alex diventa una specie di “tutor” scolastico e non si risparmia nel cercare di farle imparare le materie più difficili: per lui averla vicino è un sogno.
Spesso si incontrano nei pomeriggi per studiare insieme.
Tania nella sua ingenuità non si accorge del sentimento che prova Alex; d’altra parte tutti i ragazzi la guardano in un certo modo, e lui, essendo più riservato, non fa trapelare ciò che prova; lo vede come un amico e basta.
Alex, invece, col passare del tempo, inizia a dannarsi l’animo: dirle che cosa prova e correre il rischio di perderla definitivamente o continuare ad averla così?
Tempo di maturità – due anni fa
Tania è diventata una ragazza ancora più bella di prima: ora è più donna. La sua femminilità è più evidente nelle sue forme, il suo viso splendido più formato. Le sue abilità sportive hanno fatto di lei un’atleta completa, a livello nazionale; dopo aver primeggiato in tutti gli sport femminili del liceo, è diventata una ginnasta professionista; ora il suo obiettivo è cercare di finire dignitosamente la maturità per dedicarsi completamente allo sport.
In questo deve molto ad Alex, che l’ha aiutata molto, spesso anche facendola copiare nei compiti in classe; il fatto è che lei lo vede contento di aiutarla, e non vede niente di male in tutto questo.
Nella sua ingenuità non si accorge del sentimento che prova per lei.
Anche perché da qualche giorno esce con un ragazzo, di cui si sta innamorando…beh, almeno prendendo una cotta, le classiche cose che succedono in adolescenza. Si vedono nel pomeriggio e nei week end, ma la cosa non è ancora ufficiale. L’attrazione tra loro è forte, fanno l’amore quasi sempre, c’è una forte intesa.
Negli ultimi tempi non vede più Alex di frequente, ora è abbastanza avanti con gli studi, non ha più bisogno di lui; e poi lui sta diventando noioso.
Alex è cresciuto, soprattutto scolasticamente. Ha vinto diverse borse di studio, soprattutto nel campo dell’informatica, dell’elettronica e della programmazione.
Molte aziende prestigiose lo stanno già valutando per colloqui e offerte di lavoro.
Lui è un genio, riesce benissimo in tutto quello in cui c’è da ragionare.
Ma è triste.
Le sue capacità non fanno colpo sulla donna dei suoi sogni, che ormai è diventata un’ossessione. In un disperato tentativo di guadagnare punti si è iscritto nella squadra di calcio della città, sperando di potersi avvicinare lontanamente agli interessi di Tania…con risultati disastrosi. Cacciato dalla squadra e sbeffeggiato malamente da Dan, il capitano.
Si sta rassegnando all’idea di perderla, visto che lei sta imparando a studiare da sola e, soprattutto, entrerà nel mondo dello sport per lasciare il suo.
A volte si ritrova ad essere insistente con lei:
“sei sicura che non vuoi una mano per il compito di geometria? Davvero, secondo me ti servirebbe una mano, tutti hanno difficoltà…”
Lei lo zittisce “senti, non insistere, a me basta la sufficienza, e poi sto imparando, grazie, ma non insistere”.
Queste ormai sono conversazioni all’ordine del giorno tra i due.
Tania non ama lo studio, soprattutto a fine maggio. Preferisce nuotare, andare in giro…
Alex sa che si dovrebbe rassegnare, ma è più forte di lui.
Non riesce a fare a meno di cercare su internet tutte le foto di lei scaricate dagli articoli sull’atletica, si è fatto una sua cartella personale.
C’è una foto che conserva molto gelosamente presa da un articolo sui campionati regionali, in cui lei è ritratta in tutto il suo splendore, avvolta da una tuta aderente che poco lascia all’immaginazione, scattata durante un esercizio a corpo libero, mentre lei sta facendo una specie di ponte, mettendo in risalto le sue forme e i suoi muscoli.
Così non può continuare.
Deve andare da lei e parlarle, esternare ciò che prova.
Decide di chiamarla, per fissare un appuntamento, deve assolutamente parlarle:
…
Tania: “ma scusa se è così importante, accennami qualcosa al telefono”
Alex: “beh, da dire al telefono è imbarazzante, diciamo che riguarda noi due, ecco io…”
Tania: “cosa!? Noi due? Senti Alex, io e te siamo amici, niente più, se era questo che volevi dirmi evita pure di venire,!”
…tu tu tu tu
Lei è visibilmente scocciata, quella sera è impegnata e non riesce a capacitarsi del fatto che Alex è stato al suo fianco tutto questo tempo con secondi fini; e poi ultimamente si è fatto troppo insistente.
Alex è distrutto.
Ora sa di averla persa anche come amica.
Non si da per vinto, decide di andare da lei per un chiarimento, almeno vuole che gli rivolga ancora la parola.
La strada la conosce, solo gli sembra cortissima, rispetto al solito: cosa le dirà, come inizierà il discorso? Ora lei ha intuito la verità e l’ha persa per sempre. Come può rimediare?
Mentre si avvicina all’ingresso della casa, sente un rumore d’acqua nel laghetto adiacente alla casa di Tania.
Alex sa che lei ama nuotare la sera, per tenersi in forma.
È più forte di lui, invece di bussare alla porta si avvicina al laghetto, con l’intenzione di chiamarla.
“Tania…”
Non lo sente, è sott’acqua.
In quel momento lui si trova tra gli alberi e, mentre sta per chiamarla di nuovo, la vede uscire dall’acqua…
La voce gli si blocca nella gola.
Non l’ha mai vista così.
È nuda.
Mentre nuota, Alex riesce a vederla in tutta la sua bellezza; il suo corpo sembra fatto di marmo, pur conservando una sinuosità e femminilità incredibili. Si muove sull’acqua con grazie e potenza allo stesso tempo.
Si sta avvicinando alla riva, esce in tutto il suo splendore, le gocce d’acqua disegnano bellissime traiettorie in tutto il suo corpo, mentre lei esce e si strizza i capelli. Il seno abbondante ma fermo si muove insieme ai muscoli pettorali sinuosamente; sull’addome risaltano gli addominali scolpiti da anni di esercizi. Le gambe affusolate, lunghe, ma anche definite e muscolose. Il suo corpo è un inno alla perfezione. Quando si avvicina alla riva Alex vede tutta la sua nudità e rimane immobile incapace di emettere un suono.
Accade qualcosa di inaspettato.
Non è sola.
Alex sente una risata dietro ad un cespuglio dove Tania si sta dirigendo.
Ora l’ha persa di vista ma riesce a sentire risate, gemiti di piacere e ancora risate.
“Tania, secondo me dovresti parlare chiaro con Alex, dirgli che siamo insieme e smetterla di illuderlo, una ragazza come te farebbe innamorare chiunque…”
“ma io non pensavo che avesse secondi fini…è…è solo ultimamente che si è fatto insistente, inspiegabilmente geloso, possessivo, mi sta dando parecchio fastidio questa cosa…io…io non so come dirglielo, sembra non capire. Forse avrei dovuto capirlo tempo fa”
“è meglio chiarire il prima possibile, se non lo fai tu lo farò io”
“non ti preoccupare, sei geloso? Come potrei provare qualcosa per lui? All’inizio almeno pensavo fosse gentile, amichevole, ma ora penso di aver capito le sue reali intenzioni; e poi fisicamente…ecco…è ripugnante…non certo come te…”
Risatina di entrambi.
Smettono di parlare e ricominciano a baciarsi e avvinghiarsi l’un l’altro.
Alex è semplicemente impietrito.
Dopo tutti questi anni che le è stato vicino…
Quelle parole di ghiaccio.
Vorrebbe urlare la sua rabbia e frustrazione al mondo intero, ma sarebbe sconveniente farsi sentire in quel momento.
La cosa più logica da fare è allontanarsi silenziosamente, ed è una decisione che prende a mente quasi lucida.
Risalendo la riva, con parecchie difficoltà, cerca una strada meno ripida rispetto a prima; nel farlo inciampa su di un ramo con un conseguente tonfo.
“oh cavolo hai sentito, Tania?”
“mi sa di sì! Chi può essere? Qualcuno venuto a spiarci?”
Si rivestono il minimo indispensabile e si aggirano intorno agli alberi alla ricerca dell’intruso.
Alex sta fuggendo, a questo punto inizia a correre furtivamente, ma l’uomo gli è addosso in pochi secondi.
Riconosce, nella luce debole, il capitano della squadra di calcio del paese.
Dan.
“Alex?”
“Cosa? Non mi dire che è venuto fini qui a spiarci!”
“…nn…no…vi prego ragazzi, non è come credete voi, Tania…io…io ecco ero venuto solo per parlarti, ho sentito un rumore e sono venuto al laghetto, tu non mi hai sentito, ma io ho chiamato…”
Un pugno alla mascella lo interrompe bruscamente.
“razza di verme inutile, ora ti insegno io a venire a spiare la MIA ragazza”
“…no, Dan, ti preg…”
Una ginocchiata in pancia lo zittisce ulteriormente.
Alex è a terra, inerme.
Ma più del dolore fisico è l’atroce umiliazione che sta subendo a farlo soffrire.
Tania raggiunge la mano di Dan prima che lo colpisca di nuovo.
“fermati Dan!”
Alex ha un attimo di respiro. Forse Tania lo vuole ascoltare, memore di tutti i pomeriggi passati a studiare.
Niente di più sbagliato.
Si avvicina a lui, seminuda, in mutande e canottiera leggera ancora bagnata per il bagno.
Risalta moltissimo il contrasto tra lei, alta bellissima, tonica, di un colorito sano, un po’ abbronzata…e lui, a terra, curvo su se stesso, spalle esili, braccia sottili, una pancetta ed una stempiatura conseguenze di anni passati studiando.
È sopra di lui e la vede come un angelo in suo soccorso.
Una visione da sogno, sta fantasticando di baciarla, di passare le sue mani su quel fantastico corpo, distesi su una spiaggia deserta, lei sua per sempre.
Tania lo riporta alla realtà. Lo solleva di peso con una mano per la maglietta, lo guarda dritto negli occhi.
“Dan, è inutile che ti sporchi le mani con questa nullità, picchiandolo finiremmo solo nei pasticci. Quanto a te, sottospecie di mollusco, non mi parlare mai più assieme, sono stata così ingenua a pensare che tu mi stessi vicino amichevolmente, ma avrei dovuto subito capire di che pasta eri fatto, tutta quella tua insistenza, gelosia, ossessione; stampati bene questa voce e questa faccia nella mente, perché non mi parlerai mai più. Grazie al cielo partirò la settimana prossima, per andare in un posto dove spero non ci sia qualcuno pronto a offrirsi di aiutarmi “disinteressatamente” per poi spiarmi nella mia intimità.
Sparisci.
Andiamo a casa, Dan”.
Alex a terra, incapace di voltarsi indietro, in un bagno di lacrime, si trascina verso casa.
Il dolore fisico quasi non lo sente.
CAPITOLO 2 – GRETA E TANIA
3 anni fa
LEI: Greta, 18 anni, il padre lavora come impiegato, la madre insegna biologia molecolare. Due brave persone. Lei non è bella. Minuta, pallida, non si cura molto, abbastanza femminile ma non certo provocante. È una ragazza intelligente, ha ereditato dalla madre una grandissima passione per la biologia e la genetica.
Molto riservata e pudica, non ha mai avuto ragazzi, non tanto per il suo aspetto fisico, non esuberante ma nemmeno riprovevole, ma perché NON le interessano i ragazzi.
I suoi interessi sono limitati alla lettura, la ricerca, la genetica. Una ragazza fredda, calcolatrice, asociale.
E di un sadismo sottile, innato quanto inspiegabile.
Le capita spesso di andare in laboratorio, di nascosto dalla madre, per procurarsi qualche animale e torturarlo senza una precisa ragione. Le piace quella sensazione di potere sulla vittima e vedere l’inutile tentativo di sottrarsi al proprio destino da parte degli esemplari più forti.
E grazie alle sue capacità nel dosare la sua crudeltà non ne ha mai ucciso nessuno.
Le sue vittime preferite sono quelle più vitali e resistenti, in modo da potersi spingere più in là senza conseguenze permanenti.
A tal proposito, non ha mai pensato di poter torturare qualche esemplare umano, anche se l’idea la tenta molto.
Fino a quel giorno.
Siamo ad aprile
Greta si appresta svogliatamente a seguire la lezione di ginnastica coi compagni di corso.
Una noia mortale, oltre che una fatica non indifferente.
Nei giri di riscaldamento della palestra, lei rimane sempre indietro insieme ad Alex, il secchione della scuola. Ogni tanto si parlano, scambiano 2 parole parlando del più e del meno. Chiaramente non provano nessun tipo di attrazione reciproca, semplicemente si tengono compagnia nelle ore di ginnastica.
Lei lo trova molto intelligente e si trova d’accordo con lui su molti aspetti della vita di tutti i giorni.
C’è solo una cosa di cui non comprende il significato: il sentimento che lui prova per Tania, quella sgualdrinella ginnica, strafottente, stupida e, soprattutto insensibile, visto come “sfrutta” il povero Alex. Non si capacita di come un ragazzo intelligente possa farsi prendere in giro in quel modo e, allo stesso tempo, essere perseverante e cocciuto nel suo corteggiamento.
Il suo è puro disprezzo.
Tuttavia c’è qualcosa che rende i suoi sentimenti contrastanti: il corpo di Tania. Possibile che la natura sia tanto beffarda da racchiudere una persona così superficiale, insensibile e stupida in un involucro così perfetto?
A volte negli spogliatoi si accorge di rimanere a fissarla più del dovuto, ma non capisce il perché.
Quella stupida ora di ginnastica sta per finire, attende solo l’ultimo esercizio sulla pertica per poi andare a fare il compito in classe di biologia, che terminerà in 10 minuti, seguita dal solito genietto Alex, che impiegherà poco più, e poi tutti gli altri.
È stata quella puttanella di Tania ad insistere di voler fare l’arrampicata sulla pertica, incoraggiata a gran voce da tutti gli altri, ovviamente.
Mentre Greta si appresta a tentare inutilmente di arrampicarsi Tania la urta involontariamente, facendola sbattere il naso sulla pertica, con risata generale.
“silenzio, ragazzi, su, fate questo esercizio velocemente che siamo già in ritardo…”
“scusa..” dice Tania, e con una leggerezza quasi animalesca si arrampica fino in cima per poi scendere altrettanto velocemente.
“scusa un accidente, razza di stupida” …è quello che sta pensando Greta, ma pensando e basta. Mentre rimane aggrappata alla pertica fingendo un vano sforzo per arrampicarsi, osserva Tania nella pertica accanto: maglietta bianca, pantaloncini corti scuri (come da divisa scolastica), mutandine e reggiseno che si intravedono. Mentre si arrampica una parte dei pantaloncini si abbassa per il contatto con la pertica, rivelando un tanga nero e parte dei suoi glutei fatti di marmo che si contraggono nello sforzo. In discesa, invece, è la maglietta a tirarsi su, rivelando l’ombelico l’addome piatto. Nel momento in cui scende dalla pertica fa il gesto di sollevare la maglietta per asciugarsi il volto, mostrando la perfezione del suo corpo.
In quel preciso istante, Greta si vede nel suo laboratorio con i suoi strumenti e Tania seminuda, sudata ed ansimante, immobilizzata ad un tavolo con lacci e cinghie di ogni genere, mentre è in attesa del suo operato e cerca di divincolarsi in vari modi come un animale da laboratorio…”le scuse non bastano, lurida cagna, ora ti insegno io l’educazione”.
Aveva sentito parlare dell’orgasmo dalle sue compagne, ed effettivamente le era capitato accarezzarsi leggermente provando un sottile piacere.
Ma in quel momento l’immaginare quella scena, mentre era lì aggrappata al palo, le provoca un piacere devastante, quasi da doversi trattenere per evitare di urlare.
Da quel giorno la sua vita è cambiata, vede Tania come una potenziale vittima nelle sue fantasie e ne trae piacere.
Non le bastano più gli animaletti.
2 anni fa
Quanto si sente stupida Greta.
La sua ossessione per Tania l’aveva privata di lucidità.
Avrebbe dovuto immaginare che nessuno l’avrebbe assecondata nei suoi giochi perversi.
E non avrebbe dovuto invitare Tania a casa sua.
D’altra parte non ha resistito. In piscina, dopo la lezione se l’è ritrovata di fronte per l’ennesima volta, e questa volta nuda, mentre faceva la doccia.
Mentre Tania si insaponava inconsapevole, gli occhi di Greta si mangiavano quel corpo in ogni centimetro, invidiando per un istante quella spugnetta che lei usava per lavarsi.
Mentre la fantasia correva le altre ragazze notavano il turbamento di Greta e ridevano di nascosto.
Erano rimaste sole, dopo 5 minuti.
Tania: “come mai ti trattieni così tanto? Pensavo di essere l’unica ad amare la doccia lunga…”
“…come? Ah sì…beh, è rilassante”
Stava per andarsene e chiudere i rubinetti.
“hey, Tania, ti è rimasto del sapone sul fondoschiena”
“uh grazie! Che spirito di osservazione! Ora scappo che stasera ho la gara di corsa campestre, se vinco anche coi ragazzi stabilisco un nuovo record, sai?”
“eh, sei molto atletica, oltre che carina”
“grazie” sorride, non immagina malizia da parte di molti uomini, figuriamoci da una donna.
“a proposito, lo sai che molti atleti ricorrono all’elettrostimolazione? Tu ne fai uso?
“beh, per adesso no, anche se ne ho sentito parlare; non ne so molto”
“davvero? Vuoi venire da me? Io ho qualche apparecchio, per gli studi di biologia, sai. Posso farteli provare….”
Era andata a casa sua.
Come due amiche.
Greta non osava dirle che usava quegli strumenti per i suoi giochi sadici con le cavie da laboratorio.
Si erano chiuse in camera.
“ciao. Spogliati…”
“scusa?”
Greta non era molto socievole e non capiva che qualche parola di circostanza, di solito, è di buon gusto, prima di arrivare al dunque.
“beh…ecco…non eri qui per provare gli elettrostimolatori? Te li devo applicare un po’ dappertutto. Puoi rimanere in mutande e reggiseno, se vuoi”
Tania, un po’ infastidita iniziò a spogliarsi, ma in fondo era venuta per quello, quindi non fece storie più di tanto.
Greta aveva già perso il controllo nel momento in cui lei si era sollevata la maglietta. Con due occhi quasi spiritati osservava la sua nuova cavia da laboratorio.
“…senti, ieri ho fatto una corsa di 30 Km, sono un po’ affaticata, non potremmo magari prima provare quei tuoi cosa in un solo punto e poi vedere se mi fa male?”
-30 Km ed è solo un po’ affaticata- pensava Greta; un’atleta perfetta; su questo esemplare potrei provare di tutto e di più…e già la sua mente era persa nell’idea di tutto ciò che avrebbe potuto testare su una femmina così: prove di fatica, stimolazioni prolungate di piacere miste a dolore, verifiche della soglia del dolore…
Interrotta nei suoi pensieri da Tania che la vedeva come in trance
“hey dico a te! Greta, sei qui con noi?”
“ah sì, certo, proviamolo…sui glutei, ti va bene”
“mah…proprio sui glutei?”
“perché? Ti imbarazza? Dai ti aiuto io…”
dopo aver messo gel in abbondanza sugli elettrodi lì sistemò con molta cura, quasi maniacale sui glutei e su parte dell’interno coscia.
A Greta non sembrava vero di poter tastare quell’animale impunemente, e dovette trattenersi dall’indugiare eccessivamente sulla sua carne per non insospettirla. Ma la posizione in cui si era messa, a gambe divaricate, leggermente chinata in avanti, con una mano a tener fermi i capelli e l’altra ad appoggiarsi al comodino, in biancheria intima così le rendeva impossibile non saggiare la fermezza delle natiche e dell’interno coscia.
Tania si accorse di ciò e parve un po’ infastidita.
Allora Greta si ricompose.
“ok, ora ti mando degli impulsi di 1 secondo a livello 1”
Tania sentì un formicolio, ma nulla si muoveva.
Allora Greta passò direttamente al livello 3.
Tania sentì i suoi muscoli contrarsi ogni secondo; inizialmente fu colta di sorpresa, poi iniziò a trovare la cosa quasi piacevole.
Greta vedeva le natiche e gli adduttori contrarsi e iniziò ad andare in crisi. Avrebbe voluto stordirla spogliarla di qual poco che era rimasto, legarla bene ed arrivare progressivamente al livello 10 su tutto il corpo.
Ma era fantasia.
Quasi ebbe un collasso quando sentì appena appena un gemito nel momento della contrazione.
Possibile che la cosa le piacesse?
A meno che…
Le venne in mente la malsana idea…
“senti, visto che la cosa mi sembra ti piaccia, lo proviamo su tutto il corpo?”
“ah beh sì, ok”
L’operazione durò più di 10 minuti.
Greta si voleva gustare ogni momento in cui toccava quello splendido corpo.
Le aveva messo elettrodi un po’ dappertutto.
Quelli più piccoli su bicipiti, tricipiti polpacci.
Quelli un po’ più grandi su addome, schiena, pettorali, cosce, oltre a quelli che già aveva.
Con un’improbabile scusa, dicendo che doveva collegare “la massa dell’apparecchiatura”, la immobilizzò di fatto ad un’intelaiatura che in camera sua era usata come attaccapanni.
E le aveva anche tolto il reggiseno dicendo che “per sicurezza” doveva attaccare dei sensori in quella zona per i battiti cardiaci. In questo modo le avvolse i capezzoli con speciali elettrodi e assicurò la parte del torace alla struttura
Il risultato fu Tania legata a X ad una struttura praticamente nuda se non fosse stato per il suo piccolo tanga nero, e gli elettrodi fissati in quasi tutto il suo corpo, davanti e dietro.
“…ma…ma…non riesco a muovermi”
“in questo modo ti posso mettere gli elettrodi dove voglio, e con braccia e gambe distese i tuoi muscoli lavoreranno meglio”
Tania non ci capiva molto e la cosa le sembrava parecchio bizzarra, ma si fidò.
Tutti gli elettrodi erano collegati ad un macchinario che Greta manipolava con mani esperte.
Iniziò con i livelli 3 e 4.
Estasiata da quell’opera d’arte vivente, dosava a piacimento i livelli e gli intervalli, ammirando come tutti i muscoli di Tania fossero praticamente al suo servizio.
Tania trovava la cosa un po’ bizzarra, ma la sensazione fisica era piacevole.
C’era, però, qualcosa che la turbava nello sguardo di Greta, sembrava quasi in estasi.
“beh, interessante, Greta. Solo non ti ho chiesto quanto durano di solito queste sedute. No, ti dico così perché stasera avrei un appuntamento e non vorrei…”
Venne zittita da un bavaglio che Greta, in preda ad un raptus le mise in bocca con violenza, immobilizzandola ulteriormente alla struttura.
“fai silenzio, cagna!”
Quasi incredula Tania tentò di divincolarsi, ma inutilmente. Dal bavaglio emise dei suoni quasi animaleschi, di rabbia incontrollata, quando Greta si avvicinò a lei.
Iniziò a leccarla, baciarla, mordicchiarla in ogni punto del suo corpo.
E la cosa che più la eccitava erano i moti di ribellione e repulsione che aveva la sua cavia.
Nei successivi 5 minuti alzò il livello fino a 7, vedendo che i muscoli si contorcevano in modo innaturale, col sudore che aumentava ulteriormente la conduttività degli elettrodi.
Tania passò da uno stato d’animo prima di rabbia incredula, poi di panico e, alla fine… quasi di eccitazione. Come era possibile essere eccitate da una simile depravata, oltretutto donna? Il suo corpo in preda a spasmi violenti le stava dicendo il contrario.
Greta aveva notato che il tanga si era inumidito e sorrideva diabolicamente. Si avvicinò e iniziò a giocare col tanga con l’obiettivo di toglierlo.
Tuttavia, Tania voleva assolutamente uscire da quella situazione disperata e la ragione ebbe la meglio.
Con uno sforzo incredibile riuscì a spezzare parte della struttura in metallo e liberare la mano destra.
Poi si tolse il bavaglio e iniziò a gridare con quanto fiato aveva in gola, strappandosi tutti gli elettrodi.
Greta se la trovò di fronte libera e subì un calcio in faccia che la fece svenire.
Tania in preda al panico fuggì portandosi i vestiti appresso.
In un momento di lucidità pensò di avvertire la polizia, una volta arrivata a casa.
Ora Greta e Tania si trovano alla stazione di polizia.
Tania aveva denunciato Greta per aggressione a scopo sessuale, raccontando la verità in tutti i suoi particolari. Tuttavia la casa di Greta era isolata e nessuno l’aveva vista uscire un quello stato né qualcuno aveva sentito l’urlo. Inoltre la storia faceva acqua, perché alla polizia sembrava strano che una forte come lei si facesse immobilizzare da una esile come Greta. E poi il “trattamento” non aveva lasciato alcun segno sul suo corpo, che era ora in perfetta salute.
Greta si stava maledicendo.
Che cosa le era venuto in mente?
Aggredirla così.
È sicuramente stato un sogno averla sua anche per pochi , minuti, ma ora?
Tania non si fiderà mai più di lei.
Lo scherno delle coetanee e le opinioni della gente poco le interessano. La cosa che più le da fastidio è l’aver perso il controllo ed essersi cacciata in una situazione di pericolo.
Certo non avrebbe potuto prevedere che quella bestia infuriata rompesse parte della struttura in metallo, ma con un fisico così…
Si ripromette che in futuro sarà 1000 volte più attenta. Perché è comunque determinata a far sì che la sua fantasia si avveri.
Per il momento si limita a gestire la situazione spiacevole: vista la mancanza di prove è lei ad accusare Tania di averla aggredita con un calcio dopo essersi quasi denudata per sedurla. La versione di Greta, aspetto da tipica ragazza acqua e sapone, di buona famiglia, supportata dalla ferita sul labbro provocata dal calcio di Tania, è più verosimile agli occhi della polizia che ipotizza un’aggressione da parte di Tania in seguito ad un rifiuto.
Dopo diversi giorni di accertamenti, persone interrogate, il tutto si conclude con un nulla di fatto per mancanza di prove.
Greta tira un liberatorio sospiro di sollievo dentro di sé; dopo aver assunto un’espressione impaurita ed indignata di fronte ai commissari, una volta uscita guarda Tania dritta negli occhi con un ghigno malefico e libidinoso come a dire: -hai visto, stupida sgualdrina di cosa sono capace? Ai loro occhi tu sei quasi più colpevole di me. Sappi che prima o poi tu sarai MIA-
Tania è sconcertata.
Si rende conto di aver agito in modo ingenuo ed imprudente.
Solo un mese fa ha scoperto che Alex, suo compagno di studi, aveva secondi fini, ed è arrivato a spiarla mentre era in intimità col suo Dan.
E ora questa sua compagna di classe la immobilizza per torturarla. Meno male che ha avuto la forza di liberarsi, altrimenti…cerca di non pensare a cosa sarebbe potuto succedere. Inoltre quello stato di eccitazione nel momento in cui era inerme alla mercè di quella pazza?
Meglio non pensarci e pensare al suo futura da atleta, tornando ad allenarsi.
E senza elettrostimolatori…
Piccola parentesi
Una settimana dopo il fattaccio.
Tania ha raccontato la sua versione alle compagne/amiche. Molta gente crede a Tania, è una ragazza molto amata e stimata, non solo soggetto di invidia e desiderio.
Greta non ha amiche, è una ragazza schiva. Di conseguenza non si cura delle occhiate piene di disprezzo della gente. È tornata a fare i suoi piccoli giochi con animaletti e cavie da laboratorio.
Oggi è in programma una gita di un giorno al parco.
Se ne starà da sola a guardare ragazzi e ragazze che scherzano, giocano, si corteggiano, Tania compresa.
Stranamente quel giorno, dopo il bagno nel lago del parco, un gruppo di ragazze incomincia ad attaccare bottone, a parlare del più e del meno.
Insieme si allontanano per un giretto nel bosco.
Quando arrivano nei pressi di una rumorosa cascata smettono di parlare.
Greta è spaventata dallo sguardo delle sue improbabili amiche.
“ora avrai una piccola lezione”
Viene portata di peso, incapace di ribellarsi, dietro ad un masso, spaventata.
Ad aspettarla Tania dietro al masso.
“è tutta tua, Tania, dalle una bella lezione, noi staremo all’ingresso ad impedire che qualcuno si avvicini, anche se il posto è pressoché sconosciuto; tra una ventina di minuti torneremo da te; buon divertimento”.
Greta è in preda al terrore.
La figura imponente e bellissima dell’oggetto dei suoi desideri si staglia ad un metro da lei. Ma non è come lei vorrebbe. Greta la vorrebbe legata, alla sua mercè, ora sono sole e Dio solo sa cosa sta per succedere.
Tania si sfila i pantaloncini e la maglietta, rimanendo in bikini.
Si avvicina a Greta che per un attimo la vede come un’amante e cade in ginocchio ad ammirarla.
Quando vede Tania così non ragiona più, fa il gesto di baciarle l’ombelico.
In risposta riceve un calcio nello stomaco.
“ora spogliati, larva”
Non capendo le sue intenzioni obbedisce senza tentennamenti.
“completamente”
Anche Tania si toglie gli ultimi indumenti.
“non farti strane idee, larva, è che non voglio bagnare i vestiti”
Le due ragazze, nude, sono in evidente contrasto tra di loro; la bellezza e la bruttezza, la forza e la fragilità, la sensualità esuberante e la vergognosa timidezza.
Tania la trascina per i capelli verso la cascata e la lancia in acqua, tuffandosi dopo di lei.
La prende per il collo e la solleva.
“ora in questi 20 minuti avrò una piccola rivincita, larva, e spero, soprattutto per te, che non mi rivolgerai mai più la parola…ah, non preoccuparti, non ti lascerò segni visibili in modo che tu mi possa denunciare”
Greta osserva la sua ex cavia con desiderio e ammirazione.
Mentre è chinata con le mani strette attorno al suo collo, i suoi occhi sono iniettati di rabbia. Nello sforzo di sollevarla contrae tutti i muscoli del suo magnifico corpo.
Greta rivede Tania in tutto il suo splendore e in tutta la sua furia, anche se le parti sono invertite, rispetto all’ultima volta.
Nei 20 minuti successivi, Tania mette la testa di Greta sott’acqua diverse volte, tirandola fuori al limite. Mentre la tiene sotto le allunga anche qualche pugno. Deve sfogare la sua rabbia per aver subito quella sensazione di vulnerabilità provata in casa della larva. E soprattutto per quella insensata eccitazione che aveva provato.
Pure in quel momento si sta chiedendo perché si è dovuta spogliare completamente, il costume si sarebbe asciugato col caldo.
E nell’essere nuda e sola con quell’essere perverso si eccita nuovamente.
Ciò la fa arrabbiare ancora di più, facendole tenere la testa sott’acqua qualche attimo di troppo.
Greta ingoia acqua ed inizia a tossire convulsamente.
Tania si ferma, ricomponendosi.
Greta in questi minuti soffre fisicamente, ma lucidamente sa che Tania le vuole solo dare una lezione. E ciò la tranquillizza. E vedere quella bestia in tutta la sua furia la eccita, al pensiero di quello che le potrebbe fare, se nelle giuste condizioni.
“ora vattene”
dice Tania, un po’ scossa dall’inspiegabile eccitazione provata poco prima.
Greta la guarda, rivestendosi, chiedendosi se i capezzoli di Tania siano così in su per il freddo dell’acqua o per altri motivi.
Incrociano gli sguardi e Greta torna ad avere quella luce diabolica negli occhi.
-io voglio averla-
Pensa Greta.
Se ne va, tossendo, lanciando occhiate assassine alle “amiche” di guardia.
Tania sa per essere raggiunta dalle amiche quando grida loro.
“lasciatemi sola!”
Le amiche capiscono il momento difficile e se ne vanno.
Nella solitudine della cascata, si ritrova a fare i conti col suo istinto.
Si ritrova nuda nell’acqua; negli ultimi tempi le vicende con Alex e Greta le stanno facendo capire quanto la sua bellezza sconvolgente abbia effetto sulle persone.
Si sente quasi in colpa.
E a disagio.
Si sente osservata.
Si volta verso la sommità della cascata.
Un ombra furtiva fugge si ritrae all’interno di un cespuglio.
Tania, ancora scossa per quanto successo, con un balzo prodigioso raggiunge velocemente il cespuglio sulla sommità della cascata e riesce ad agguantare l’incauto “ammiratore”…Alex.
“cooosa? Ancora tu?”
Tania si sta stupendo di quanto sia sempre di più bersaglio di attenzioni indesiderate.
Alex non ha nulla da dire, questa volta sa di essere in torto e completamente ingiustificabile.
Tania, in preda ad una furia incontrollata, gli allunga due pugni e gli stringe il collo con forza.
“maledetti! Si può sapere che volete da me? Io voglio solo essere lasciata in pace. La lezione del lago non ti è bastata?”
Alex, incapace di reagire, è a terra. Le mani della sua adorata stanno stringendo il suo collo mentre si trova sopra di lui, nuda a cavalcioni su di lui. Nonostante la situazione pericolosa, vedendo quella bellezza selvaggia, non riesce a trattenersi dall’allungare le mani sul corpo nudo di Tania, eccitandosi, non avendo ormai nulla da perdere.
Tania quasi non si capacita della situazione, e nel momento in cui nota un inequivocabile rigonfiamento nei boxer del ragazzo, ripugnata dall’aspetto dell’individuo, gli assesta un calcio deciso nelle parti basse, provocandogli un dolore indicibile.
La situazione di lei nuda su di un ragazzo a terra, unita agli eventi di poco prima, provocano nuovamente una strana eccitazione nella ragazza, quasi estasiata dalla sua potenza e forza, e dall’effetto che fa sulle persone.
Scacciando con forza il pensiero dalla mente scappa via lasciando a terra un Alex annichilito fisicamente.
Quello che gli è appena successo, quel calcio violento, è causa di un dolore lancinante alle parti basse.
L’oggetto del suo desiderio è sempre più inarrivabile per lui, sta cadendo sempre più in basso
Ha sentito parlare, ultimamente di quello che è successo tra Greta e la sua amata.
La cosa lo turba parecchio. Soprattutto si chiede come abbia fatto Greta a convincere Tania a farsi immobilizzare così. Poi la storia degli elettrostimolatori…si vergogna di se stesso nell’eccitarsi al solo pensiero.
Prova una certa invidia per quella strana ragazza esile e bruttina appassionata di genetica: lei è riuscita ad averla, anche se solo per qualche minuto ed in modo perverso.
E quanto avrebbe dato per rimanere solo con lei in quella casa, con lei completamente nuda e legata?
Ma cosa sta pensando? No, pensare a queste cose gli farà solo del male.
Meglio la dignitosa rassegnazione.
CAPITOLO 3 – TANIA E IL SUO COSTUME
2014 – lo sport
Nessuno che abbia visto Tania negli ultimi ani, il suo corpo, quello che è capace di fare, anche in competizione coi ragazzi, avrebbe il benché minimo dubbio che lei ha tutte le carte in regola per diventare un’atleta di livello assoluto. Sembra quasi, a 21 anni, che superi le leggi della fisica, a volte. Quello che stupisce, in lei, è il fatto che eccelle sia nelle discipline in cui è richiesta forza (come il lancio del peso, del giavellotto) sia nelle discipline velocistiche come la corsa; riesce a stare davanti anche alle atlete di colore nelle discipline puramente velocistiche, provocando lo stupore, l’ammirazione e anche l’invidia da parte degli atleti che le stanno intorno.
Il nuoto le permette di tenersi in forma, ma anche in questa disciplina eccelle e riesce a tener dietro la maggior parte dei ragazzi.
La disciplina in cui riesce a combinare il tutto con risultati eccezionali è il salto con l’asta, tanto da concentrarsi di più su quella specialità, con un po’ di rammarico per non poter gareggiare in tutte le discipline (cosa che potrebbe fare tranquillamente).
La sua storia con Dan è finita da un pezzo, nonostante l’attrazione che c’era lei non sopportava la gelosia di lui; d’altra parte lo capisce, vedendosi allo specchio, che qualsiasi uomo non può trattenersi dall’ammirarla. Ma è meglio così, in quel momento si sente a posto con se stessa e libera.
Solamente dal punto di vista professionale le manca qualcosa. È vero che si sta preparando per i giochi olimpici, che è già abbastanza famosa, che le è stato proposto di sfilare, posare per calendari…tuttavia si sente quasi ingabbiata da quella vita fatta di allenamenti e corse.
Vorrebbe avere qualche soddisfazione in più.
La nascita della supereroina
Una domenica come altre, dopo aver passato un sabato in discoteca con le amiche ed una splendida notte d’amore con un ragazzo conosciuto la sera stessa, guarda la TV e rimane incuriosita da un cartone animato in cui tre bellissime ragazze di notte si vestono con una tuta aderente e…rubano.
Tania non ha problemi economici, pur non navigando nell’oro, ma la sua voglia di provare nuove emozioni ha la meglio.
Una sera si prepara da sola un costume aderente di color grigio scuro.
Lo indossa con niente sotto.
Prepara anche una copertura per il viso, anch’essa aderente.
La sua prima “missione” è perlustrare la città.
Come farlo senza essere vista?
Le sue doti atletiche le vengono in aiuto…ed anche la sua asta.
Dalla finestra della residenza, alle 2 di notte, si cala silenziosamente senza essere scoperta, aiutata anche dal colore della tuta.
Visto che non può farsi vedere in giro così, decide di attraversare le zone meno trafficate.
I tetti sono i luoghi da cui è più facile avere tutto sotto controllo.
Tania è soddisfatta di se stessa: l’idea di saltare con l’asta da un tetto all’altro, oltre a permetterle di avere la situazione sotto controllo, le permette di allenarsi ulteriormente (come se ne avesse bisogno).
Dopo la prima notte di perlustrazione ce ne sono altre, ma fino a qui la cosa ha più l’aspetto di un gioco.
Una sera si accorge che un gruppo di malviventi sta forzando l’entrata di un supermercato.
Il buonsenso le dice di avvertire le autorità…ma ha la meglio il suo coraggio.
Con un balzo prodigioso si porta sopra il tetto del supermercato.
Furtivamente si cala da una finestra per osservare i 4 individui col passamontagna che svuotano le casse.
Non sa perché è entrata lì dentro, che può fare ora? Forse solo la curiosità o la voglia di mettersi alla prova.
Nei suoi movimenti è aiutata dal fatto che le luci sono spente e i malviventi non sono al corrente della sua presenza. Ma accade un imprevisto: colui che sembra essere il capo di ce qualcosa al suo compagno, il quale si reca al quadro strumenti accendendo tutte le luci: evidentemente si è accorto della sua presenza.
Con il cuore in gola Tania si accuccia dietro al banco frigo, cercando di guadagnare velocemente l’uscita.
Uno dei quattro la vede!
“hey, tu fermati…”
Tania tenta di seminare l’uomo e ci sta riuscendo, essendo velocissima; decide di tornare verso la finestra da cui è entrata, ormai ha messo parecchi metri tra lei e l’uomo, quando, dietro ad un angolo, trova il capo ed un altro, entrambi con una pistola indirizzata verso di lei.
“fine della corsa”
Ora sono in 4 attorno a lei e Tania si sta maledicendo per la sua imprudenza e stupidità.
“ora dimmi chi sei e che ci fai qui, intanto mani sopra la testa”
ora che Tania è con le mani sopra la testa, la tuta mette in risalto le sue forme sinuose, il seno abbondante e sodo, i glutei scolpiti, le braccia muscolose, il fatto di essere spaventata, più della fatica della corsa, la fanno respirare affannosamente. Sente gli occhi addosso da parte dei malviventi.
“sei una donna eh? Interessante, ora mentre ti punto questa pistola addosso, togliti quel bel costumino, inizia dal viso, voglio vederti in faccia”
Tania non sa che fare…i ladri hanno il passamontagna, le telecamere non sono un problema per loro, ma lei…il suo volto riconosciuto, la sua foto sui giornali, la sua carriera rovinata, lo scherno della gente…è impietrita ed incapace di ragionare con lucidità.
“beh, a questo punto…voi 2, tenetela ben ferma”
i due si avvicinano a lei e le prendono le braccia tenendole ben ferme dietro la sua schiena; lei teme il peggio.
“capo, è poco più alta di noi, e guarda che braccia che ha…non sarebbe meglio legarla?”
“smettila, ricordati che siamo in 4 e che è solo una donna, razza di fifone”
Il capo si avvicina con la pistola puntata e fa il gesto di toglierle la maschera.
Tania, a questo punto, seguendo il suo istinto, allunga una forte ginocchiata nelle parti basse dell’uomo, scaraventa con forza i 2 che la tenevano contro il muro, come 2 fuscelli, poi prende di peso il capo dolorante e lo lancia contro il quarto che le puntava la pistola.
Con un balzo è sui 2, prende le pistole e le allontana, inizia a prenderli a pugni e calci i due malcapitati, facendoli svenire.
I due rimanenti si scagliano su di lei con 2 sbarre di ferro. Il primo è neutralizzato da un calcio sul naso, ma il secondo riesce a colpire Tania sull’addome; incredulo vede che la ragazza avverte il colpo e si accascia per un momento, ma in un secondo è già in piedi e lo disarma. Ora è l’unico a non essere privo di sensi, ma è terrorizzato: chi può rimettersi in piedi dopo un colpo del genere?
Tania lo prende per il collo e lo sbatte contro un muro. Lei stessa è affascinata dalla sua forza e potenza. La situazione, il sentirsi con le spalle al muro, con 4 uomini contro di lei, di cui 2 armati, i loro sguardi avidi verso il suo costume grigio, la consapevolezza di essere vittoriosa, la fanno eccitare nuovamente…la stessa eccitazione che aveva provato qualche anno fa. La cosa la infastidisce, stringe il collo del malcapitato con forza…
Le sirene interrompono il tutto.
Tania si accorge del pericolo di venire scoperta e fugge rapidamente.
“ferma…ma chi è, quella cosa grigia, sembrava una donna…ragazzi venite qua, ci sono 4 ladri a terra, pensateci voi”.
Tania è velocissima, l’adrenalina la aiuta.
Raggiunto il tetto usa l’asta per saltare da uno all’altro, il suono delle sirene è sempre più debole.
Arrivata in una zona poco popolata scende dai tetti a inizia a correre a perdifiato, con la sua asta in mano, verso la residenza.
Miracolosamente non viene scoperta e piomba nella sua stanza con grande sollievo.
È un po’ scossa ma sta bene.
Ma che le succede?
Vuole capire.
Va allo specchio, si toglie la maschera, è ancora in costume.
Si toglie anche il costume grigio ed osserva il suo corpo nudo; è sudata per la corsa. I suoi ricordi volano alla sua prima “perlustrazione”, poi all’incontro coi ladri, le pistole puntate su di lei, la sua reazione devastante…e ancora a qualche anno fa…quella ragazza perversa che la immobilizza e la tortura, lei che con forza si libera…lei che tiene la testa della ragazza sott’acqua, lei che picchia il “guardone” Alex.
Si osserva mentre la sua mano va ad accarezzarsi, si rotola per terra, si strizza il seno con forza…e raggiunge un piacere mai provato prima.
Sconvolta.
Neanche contenta.
Ma girare di notte per la città le piace…
Il giorno dopo i notiziari e i giornali parlano della vicenda, uno spezzone di filmato in cui lei vestita in grigio si scaglia sui malviventi e fugge viene proiettato a ripetizione su diverse emittenti e su internet.
“i ladri, interrogati rivelano di come questo “fantasma grigio” sia sbucato quasi dal nulla e di come la sua straordinaria forza le abbia permesso di metterli fuori combattimento…ora la gente sta già inneggiando ad una improbabile supereroina “Grey Phantom”, è il nome più gettonato…chi è? Perché lo fa? Come fa ad essere così forte? Tutte domande che, al momento, non hanno risposta…”
Leggendo l’articolo Tania sorride, consapevole del fatto che non possono risalire a lei.
Grey Phantom le piace…
Certo la polizia è sulle sue tracce, è pur sempre una che non rispetta le leggi, calandosi di notte nelle finestre dei supermercati…
Decide di aspettare qualche settimana, prima di “uscire” di nuovo.
Dicembre 2014 – la cattura
Siamo a qualche mese dalla nascita di Grey Phantom.
Tania si stupisce del fatto che una commissione esterna abbia radunato una serie di ragazze dai 16 ai 35 anni, di grande forza fisica, più o meno della stessa statura e corporatura.
Il “raduno” è al campo di atletica, dove una fila di ragazze vengono fatte accomodare in una stanza, scambiano poche parole con una signora ed escono subito dopo.
Tania è perplessa, ma si reca tranquillamente nella stanza.
Una signora sulla cinquantina è seduta sulla sedia con uno strano telefonino sul tavolo (non aveva mai visto quel modello).
Ora riconosce una donna che aveva assistito al suo interrogatorio per l’episodio con Greta.
Dopo aver osservato Tania dalla testa ai piedi con uno strano sguardo, le chiede i suoi dati, nome, indirizzo, età, ecc…
L’ultima domanda la coglie di sorpresa:
“conosci Grey Phantom?”
Tania è incredula, che razza di domanda è?
Dopo un attimo di indecisione:
“beh, sì, so che è una specie di supereroina che in questi ultimi tempi “vigila” sulla città…”
La signora la interrompe.
“beh, sì, effettivamente è utile alla comunità, anche se è comunque una fuorilegge; per questo motivo la polizia vorrebbe interrogarla, ma lei non sembra molto incline a farsi arrestare; è un peccato, la polizia vorrebbe collaborare con lei…”
“capisco, ma come mai siete venuti fin qui?”
“beh, è semplice, i pochi dati che abbiamo su Grey Phantom sono che è una donna, che è forte, alta, atletica, e opera in questa regione…diciamo che stiamo prendendo i dati delle possibili eroine, niente di cui preoccuparsi…”
La signora da un’occhiata al telefonino.
“tu sei Grey Phantom?”
Tania accenna un finto sorriso.
“ma non scherziamo, certo che no!”
La signora osserva il telefonino.
“va bene, Tania, puoi andare”.
Tania è preoccupata, anche se non hanno elementi per risalire a lei.
In questi mesi è stata sempre prudente.
Le sue perlustrazioni erano molto discrete, solo quando si imbatteva in qualcosa di grave, come aggressioni, rapine, violenze, allora interveniva velocemente e in modo letale: non si ricorda quanti rapinatori, stupratori e ladruncoli aveva messo al tappeto con relativa facilità.
Le è capitato qualche volta di imbattersi nella polizia, il cui obiettivo era, comunque, di arrestarla, ma lei prontamente fuggiva.
In ogni caso i poliziotti le davano la caccia per modo di dire, più per dovere; in fondo a loro faceva comodo una così in città. Per questo motivo le pare ancora più strano che qualche “commissione esterna” venga scomodata per capire chi è Grey Phantom.
E poi quella signora le sembrava molto, troppo sicura di sé.
Beh, in ogni caso non avrebbe mai rinunciato a quella vita: troppe erano le soddisfazioni, troppa l’adrenalina ogni volta che indossava quel costume.
In questi mesi ha intensificato notevolmente gli allenamenti, migliorando ulteriormente (come se ce ne fosse bisogno) la sua forza e, soprattutto, la sua elasticità.
Non sapeva che il suo corpo potesse arrivare a tanto, aveva scoperto ulteriori potenzialità nascoste, sviluppato muscoli in zone che mai avrebbe immaginato.
E quando si calava silenziosamente dai tetti delle caso per cogliere i malviventi di sorpresa e metterli al tappeto, nonostante la prudenza le suggerisse il contrario, preferiva sempre farsi scoprire, per poi dimostrare la sua forza e metterne al tappeto 4 o 5 contemporaneamente. Lo stupore dei malcapitati, la loro paura e la consapevolezza della sua potenza le provocavano delle strane sensazioni, simili a quelle da lei odiate quando le era capitato di trovarsi con Greta o Alex.
Quella sera sembrava una come tante altre.
Ladri in un centro commerciale.
Non c’è ombra di una pattuglia della polizia.
È il suo momento.
Entra e, nel buio, scorge 7 uomini armati.
Questa volta sarà difficile, ma le è già capitato di metterne fuori combattimento anche di più, con la suo straordinaria forza ed agilità.
E così avviene.
Sbucando dal nulla coglie impreparati tutti i 7 uomini e li stende con facilità.
Ma non aveva visto l’ottavo, che aveva guardato la scena dall’alto.
Un dardo le si conficca nel braccio; nessuno l’aveva mai colpita. Dopo 2 secondi è già priva di sensi.
Quella sera ai poliziotti non sembra vero di aver “catturato” Grey Phantom, tanto che stanno già discutendo sulla possibilità di non rivelare che era già a terra priva di sensi per prendersi il merito e passare da eroi.
In ogni caso la ammanettano e la portano in cella, in attesa dell’interrogatorio del giorno dopo.
Tania si risveglia in cella, ammanettata, con il suo costume addosso e…senza maschera.
È furiosa, ma con se stessa. Troppa sicurezza e leggerezza nell’agire, troppa confidenza nelle sue qualità ginniche.
Ora la sua identità sarà rivelata alla stampa e per lei cambieranno molte cose, purtroppo.
Sentiva le guardie discutere.
“dopo le foto a Grey Phantom smascherata la stampa divulgherà la storia di come NOI l’abbiamo catturata; ho già chiamato un amico giornalista, le foto sono in archivio. Mi dispiace un po’ per lei; ma intanto dopo quello che ha fatto per la città nessun giudice avrà il coraggio di condannarla, neanche a pagare una multa. L’unica cosa è che adesso tutti sanno chi è. Tania G. è Grey Phantom, chi l’avrebbe mai detto? Certo, ora si spiega la forza fisica…
Hey, fermi, chi siete? Qui non può entrare nessu…”
Un tonfo. Uno sparo. Un altro tonfo.
Sette uomini con tute azzurre entrano armati e aprono la cella, puntandole delle strane armi. Un dardo la colpisce e perde i sensi.
Il giorno dopo i giornali:
“CLAMOROSO: Grey Phantom si rivela essere la promessa dell’atletica mondiale Tania G., da tutti considerata quasi un’extraterrestre per le sue doti atletiche, non meno per la sua bellezza. Ma il giorno della cattura riesce in qualche modo a fuggire, forse con l’aiuto di complici. Fatto sta che ha ucciso 2 guardie ed è fuggita. Nessuno riesce a trovarla, non si è presentata all’allenamento. La polizia ha già dato l’allerta alle frontiere. Quello che è certo è che, se prima era un’eroina amata da tutti, dopo aver ucciso 2 agenti è colpevole di omicidio…”
CAPITOLO 4 – ALEX E GRETA
2014 - La carriera, la complicità
Chi non ha mai fantasticato di essere un agente della CIA?
Nell’immaginario collettivo sono loro ad essere determinanti per le vicende di vitale importanza come terrorismo, attentati sventati e quant’altro.
Nei film poi, non ne parliamo.
Agenti, uomini o donne che siano, pronti a tutto, fisicamente ed intellettualmente più dotati degli altri, moralmente inflessibili e fedeli alla patria.
Purtroppo (o fortunatamente, a seconda dei punti di vista) nel modo reale le cose sono ben diverse.
La “congrega”, innanzitutto, non ha un nome, e non è conosciuta nei telefilm.
Certo, la CIA esiste, svolge gran parte di quelle attività che si vedono nei film.
Ma chi controlla veramente il tutto non può essere sotto gli occhi di tutti.
E chi ci lavora è tutt’altro che moralmente incorruttibile, anzi, si cerca l’opposto.
Ma facciamo qualche passo indietro.
2013 – reclutamento
Greta non è depressa, è in “stand by”, in attesa di una situazione favorevole.
Dopo la sciocchezza con Tania la gente, che al contrario della polizia SA, la evita.
Non passa giorno senza maledire quel maledetto giovedì in cui decise di invitare Tania.
Certo, quel giorno ha anche provato la più grande emozione della sua vita…
Data la denuncia subita fatica anche lei a trovare lavoro; per questo è stupita del colloquio fissato in una sala conferenze del migliore albergo della città; non sa di cosa si tratta né il nome dell’azienda.
“buongiorno Greta”
“salve”.
La accoglie una donna sulla cinquantina, sicura di sé, con una strana luce negli occhi.
“come ci si sente ad essere considerata una lesbica sadica perversa dai cittadini?”
“io…io non…”
“oh, Greta è inutile negare. Vedi, io ero presente al momento della denuncia, quando ho saputo la natura della denuncia mi sono precipitata in questa città e ho assistito al vostro interrogatorio. Vedi, tu sei stata abilissima nel negare ed inventarti quella storia sul fatto che TU avevi rifiutato Tania e lei ti aveva picchiato. Ma io avevo questo…”
Un oggetto simile ad un telefonino.
“vedi, questo oggetto segnala senza possibilità di errore se una persona mente oppure no…e Tania non mentiva, te lo assicuro”
Greta infastidita.
“senta, io non so cosa voglia da me, questi miseri bluff mi lasciano indifferente; la sua storia non sta nemmeno in piedi; se fosse come dice lei avrebbe dovuto intervenire ed arrestarmi dopo l’interrogatorio, invece di lasciar cadere la vicenda per mancanza di prove”
“e per quale motivo avrei dovuto?”
“ma…scusi lei non è della polizia? Che vuole da me?”
“mettiti comoda, ragazza, ora ti dirò chi sono e cosa voglio; mi interessano molto le tue conoscenze di genetica, a tal proposito…ah, dammi pure del tu”
In una trentina di minuti si delinea il tutto.
La congrega controlla il destino del mondo. Lo fa con una mano invisibile. I fondi e le strutture che possiede sono segrete. Come lo sono le avanzate tecnologie di cui dispongono, tra cui il “telefono della verità” visto prima. Oltre ad agenti sparsi in tutto il mondo, ha un centro di ricerca suddiviso in vari reparti: ingegneria, fisica, genetica.
Il centro di biologia/genetica si occupa di esperimenti su esseri umani di svariata natura. Grazie ad incroci azzardati, chirurgia, elettroshock la congrega è riuscita a creare il soldato perfetto, ovvero il non-human: si tratta di uomini e donne perfettamente sani e cresciuti dalla nascita in laboratorio, ma con una fondamentale caratteristica: l’obbedienza cieca ai superiori; privi di volontà e desideri se non quelli di servire la congrega.
Al centro si fanno numerosi studi, sempre sperimentando, sulla fatica, la resistenza al dolore, l’istinto sessuale. Questi esperimenti vengono fatti, solo a scopo conoscitivo ed in attesa di sviluppi futuri, su poveri malcapitati.
Le cavie vengono selezionate con cura: umani di entrambi i sessi di maggiore età, sani e robusti il più possibile per sopportare i vari “trattamenti”. Vengono scelti per lo più atleti, soldati, esemplari forti fisicamente, anche carcerati o prostitute. I più fortunati vengono utilizzati per la riproduzione e vengono fatti accoppiare coi propri simili ripetutamente. Altri vengono usati per prove di fatica. I più sfortunati per i test di soglia del dolore. Alcuni esemplari particolarmente attraenti vengono “sequestrati” dalla direzione ed utilizzati per il piacere del personale.
Per il “reclutamento” vengono utilizzati i non-human, soldati infallibili che riescono a compiere rapimenti a regola d’arte. I soggetti vengono scelti dai piani alti dell’organizzazione, di cui la misteriosa donna è parte.
I direttori del centro sono avanti con l’età e fanno fatica a tenere il passo con la tecnologia. Ci vuole un rinnovamento.
Il management ha selezionato Greta per due caratteristiche imprescindibili: le conoscenze biologico-genetiche e la sua mancanza di umanità.
“cara Greta, lo so che tutto ti sembra irreale, ora. Sappi che se sarai dei nostri dedicherai la vita a noi. Lo stipendio non ti servirà perché vivrai nella struttura. Ma la ricompensa migliore sarà, per te, un’isola completamente attrezzata per i tuoi esperimenti, con tante cavie umane e tanti non-human ai tuoi ordini. So che la cosa ti piace, non provarne vergogna. Ti abbiamo spiato mentre facevi i tuoi “giochi” con gli animaletti. Domani vieni qui alla stessa ora, se sei dei nostri. Se non ti vediamo vuol dire che non ti interessa e noi cancelleremo la tua memoria di questo incontro…sì, certo, lo possiamo fare. Se verrai con noi scomparirai e per i tuoi conoscenti non esisterai più. Un’ultima cosa: noi non vogliamo avere il mondo in pugno, vogliamo solo controllare che nessuno abbia il potere assoluto. Ciò richiede sacrifici, anche di vite innocenti.
Addio, o meglio, arrivederci, Greta.
Ah, io sono il Membro 137, chiedi di me”
Greta passa una notte insonne. Ha già deciso di accettare ma vuole gustarsi il suo “non addio” ai genitori, ai conoscenti, pensando a quanto poco le importa di tutti loro; l’unico suo dispiacere: riuscirà mai a mettere nuovamente le mani su Tania? Chi lo sa?
In ogni caso sparirà senza rumore…
Il giorno seguente arriva all’appuntamento con uno zaino riempito di quelle poche cose utili per una donna.
“mi aspettavo di rivederti, Greta. Se nello zaino hai indumenti ti dico che non saranno necessari, ti fornirai presso la nostra sede di tutto ciò che occorre”
“ok”
“fidati, se ti comporterai bene sarai ricompensata con gli interessi…”
Greta non capisce il senso della frase, ma si imbarca sull’elicottero.
La sede del centro ricerche sembra essere in mezzo al mare.
Greta quasi si spaventa quando l’elicottero scende verso il mare aperto.
Improvvisamente, a seguito di una comunicazione da parte del pilota ad un microfono, un’isola si rivela ai suoi occhi.
Greta è senza parole.
“dispositivi di occultamento, Greta. L’isola può anche chiudersi ed immergersi quando la rotta è attraversata da qualche nave per precauzione, ma è successo una volta in 29 anni…”
Un’isola da sogno, grande quanto una metropoli.
Tanta vegetazione e spazi verdi.
Si intravede una struttura imponente, dove si sta dirigendo l’elicottero.
Avvicinandosi si notano delle persone con una divisa azzurra che puntano delle strane armi a uomini e donne seminudi che corrono in un percorso recintato a perdifiato.
“vedi, gli azzurri sono i non-human; hanno già ricevuto l’input categorico di obbedirti incondizionatamente. In questo momento le cavie stanno facendo un test di resistenza sotto l’effetto di droga, per vedere gli effetti a lungo termine della sostanza; qui, invece, ci sono le residenze per la dirigenza, di cui farai parte da oggi; siete solo in 6 a dirigere, gli altri sono non-human o cavie. Io darò gli ordini a voi 6, verificherò l’andamento delle ricerche e riferirò ai miei superiori”.
Greta conosce gli altri 6 componenti: Henry e Fiona, prossimi alla pensione, responsabili rispettivamente della parte di elettronica/informatica e della parte biologico/genetica (di cui Greta si occuperà). Gli altri membri si occupano della logistica, della parte finanziaria e dei rifornimenti.
“Greta, affiancherai Fiona per un mese, dopodiché lei si godrà la meritata pensione e tu…il tuo meritato incarico”
Sorride.
Un po’ di pratica
Il primo giorno seguente l’”assunzione” Greta familiarizza con le procedure e le apparecchiature. Fiona le ricorda un po’ se stessa nel modo in cui manipola le cavie, fredda con un sorriso diabolico.
Si stupisce di quanto tutte le sue diaboliche fantasie siano semplice realtà in quel luogo.
Osserva affascinata mentre una femmina di colore viene incatenata ad un meccanismo girevole, completamente nuda al sole.
I legacci vengono tirati in modo che la cavia sia in tensione. L’operazione viene ultimata dai non-human; a questo punto interviene Fiona.
“devi sapere, Greta, che le operazioni di immobilizzazione vengono ultimate dai non-human per evitare che, se qualcosa va storto, uno di noi venga preso in ostaggio o ferito. Così, il massimo che può succedere è che un non-human venga ferito. È successo 2 settimane fa. Una cavia appena arrivata, una ragazza norvegese, campionessa regionale di nuoto sincronizzato, stava per essere ricondotta in cella, quando ha avuto la forza e la prontezza di slegarsi (un errore nella procedura da parte di un non-human inesperto), ferire 3 non-human, prenderne uno in ostaggio e tentare di venire a negoziare da noi. Poveretta, non sa che in non-human non hanno sentimenti. L’ostaggio è stato subito eliminato senza batter ciglio dagli altri non-human, e lei è stata colpita con dardi narcotizzanti. Ora sta subendo un trattamento di elettroshock esemplare, dopodiché, ridotta in stato semi-vegetale, sarà utilizzata per qualche altro test. È un peccato, avrei fatto volentieri a meno di sottoporla al trattamento, ma è la procedura. Mi sarebbe piaciuto vedere come reagiva nel pieno delle sue facoltà, aveva un carattere ribelle, che a noi piace tanto. Pazienza.
Il mare è pieno di pesci…
Era stata selezionata per il test a cui stiamo sottoponendo questa cavia di colore. Nadia, il suo nome, un’atleta cubana di 21 anni che corre i 100 m, i 200 e pratica anche il salto in lungo, un’atleta di grandi potenzialità, come puoi vedere dal suo fisico. Vengono scelte non ancora famose, solitamente”
Greta osserva e ascolta con morbosa attenzione la natura del test.
La cavia veniva immobilizzata al sole , legata a questo marchingegno che funziona come “girarrosto”. Veniva monitorato in battito cardiaco con degli elettrodi che Fiona stava applicando in diverse zone e la temperatura con delle sonde posizionate nella vagina e nell’ano.
In questo modo si osserva come reagisce la cavia all’esposizione al sole.
Il test viene eseguito su maschi e femmine di diversa razza ed età per avere dei dati statistici.
Fiona ammira il corpo di Nadia: alta, snella, muscolosa, senza un filo di grasso e, nonostante tutto, con un seno abbastanza prosperoso. Era legata mani e piedi a X; la tensione delle corde metteva i suoi muscoli in risalto.
Certo, i suoi lineamenti non erano bellissimi, non molto femminili, e comunque, anche come fisico non reggeva il confronto con Tania…aaah Tania, che ricordi, chissà dove sarà ora?
Greta distoglie la sua mente da Tania ed osserva come Fiona applica gli elettrodi e le sonde con freddezza.
Stanno per andarsene, ma Greta rimane 5 minuti ad osservare la cavia nuda e legata al sole, col meccanismo che la gira lentamente.
Quando si formano le prime gocce di sudore passa un dito sotto le ascelle, quasi a solleticare Nadia, che ha un guizzo, un istintivo impulso a liberarsi. La cosa la diverte, quindi ripete l’atto sfiorandola sotto i piedi, sull’addome, sul seno. Era interessante come gli addominali spiccassero nonostante lei fosse “tirata”.
Fiona sorride.
“vieni, Greta, dobbiamo finire i test per oggi, avrai tempo per divertirti finito il lavoro”
Beh, lei avrebbe indugiato di più, non sarebbe stata così “sbrigativa”.
Effettivamente aveva notato che Fiona non si tratteneva molto con le femmine. Prediligeva indugiare sui maschi, li tastava molto, senza alcun pudore, in fondo erano cavie.
La giornata continua regolarmente, Fiona si addentra nel lavoro sempre di più.
La sera le cavie vengono condotte in celle separate, nutrite.
La direzione si ritira nella residenza, dotata di tutti i comfort.
La cena servita dai non-human è prelibata.
Greta si inserisce nel gruppo con facilità.
Il Membro 137 brinda alla nuova arrivata.
“ora è tempo di ritirarci nelle nostre dependance. Beh, ognuno si diverta come meglio preferisce…”
Una risata maliziosa, rivolta a Greta.
Fiona accompagna Greta verso le stanze.
“che voleva dire con quella risata sul divertimento? Non capisco…”
Vieni, Greta, ora ti spiego.
La conduce in una particolare ala del reparto detenzione.
“qui ci sono le cavie da noi prescelte per i nostri “divertimenti”; naturalmente sono gli esemplari più attraenti. Possiamo farne quello che vogliamo, avere rapporti, torturarli, oppure semplicemente tenerli incatenati in camera per ammirarli”.
Greta conta una ventina di celle.
L’addetto alla logistica, un uomo sulla quarantina, grasso, calvo, si dirige verso la cella di una mulatta. Ad un cenno dell’uomo 6 non-human entrano nella cella, armati.
“stanotte tocca a te, puledra; spogliati completamente”
La cavia, con il terrore negli occhi, si denuda. È una giovane ragazza mulatta, con due bellissimi occhi verdi. Il suo fisico è imponente, alta 1.90, gambe affusolate e muscolose, seno naturale tonico e sodo, corpo da favola.
Greta si rivolge a Fiona.
“chi è?”
“una ballerina di 22 anni. L’abbiamo scelta perché abitava in un piccolo paese ed era molto facile prelevarla; oltre al fatto che è bellissima e fisicamente dotata, ovviamente. Stasera tocca a lei sopportare Jean: è un sadico; gli piace usare la frusta. È molto bravo nel provocare dolore senza lasciare danni permanenti; in ogni caso le cavie da lui “usate” devono passare qualche giorno a riposo prima di essere riutilizzate. Osserva…”
Un apparecchio di forma rettangolare che scorre su piccole ruote viene introdotto nella cella; la vittima legata ad X mani e piedi. Piange. Evidentemente sa cosa l’aspetta.
Jean entra, esamina la sua preda lentamente, la bacia, la tocca, la annusa.
“puzza un po’, che le avete fatto fare oggi?”
“10 miglia a nuoto al mattino e 50 Km di corsa nel pomeriggio”.
“ah ecco”
Prende un idrante e lo dirige verso la cavia. Un getto d’acqua fredda la investe con violenza. A questo punto Jean la insapona minuziosamente, insistendo su seno e parti intime, mentre lei tenta di liberarsi inutilmente, osservando con disprezzo e terrore il piccolo uomo.
Finito il tutto la sciacqua e ordina ai non-human di condurre il carrello nella sua camera.
Fiona si dirige verso l’ala maschile.
Si sofferma davanti alla cella di un ragazzo biondo, muscoloso. Si tratta di un “accompagnatore” svedese, che ha avuto la sfortuna di avere come cliente Fiona, la quale, trovandolo particolarmente attraente, ha persuaso il Membro 137 ad “arruolarlo”.
La procedura è simile, anche se lui viene incatenato con ancora le mutande addosso.
Fiona invita Greta ad antrare.
Il ragazzo è alto e muscoloso. Le due donne lo osservano come un animale. Quel giorno è stato sottoposto ad un trattamento di elettrostimolazione intensivo su tutto il corpo.
Greta si muove alle sue spalle e passa le sue unghie taglienti sulla schiena, provocando istintivi moti di ribellione da parte del ragazzo. Le piace vedere i muscoli guizzare al suo tocco. Sta rivalutando la possibilità di torturare gli uomini, pur continuando a preferire le donne.
Fiona si unisce a Greta, e con mani esperte iniziano a stuzzicarlo e a mordicchiarlo un po’ dappertutto.
Il ragazzo è ancora sudato per le fatiche del pomeriggio, ma Fiona preferisce non lavarlo; le piacciono quando sono un po’ sudati.
Nel momento in cui le due donne si mettono di fronte a lui e Fiona inizia a leccarlo sul petto, Greta nota un rigonfiamento inequivocabile nelle mutande del ragazzo.
Fiona è una donna non bellissima, sulla cinquantina, ma il modo elegante in cui è vestita e le sue abilità di manipolazione eccitano lo stallone svedese. Greta, presa come da un raptus, eccitata ma allo stesso tempo indignata, gli allunga uno schiaffo violento e lo prende per i capelli.
“come ti permetti, lurido animale, di avere un’erezione. Non ti hanno insegnato le buone maniere. È questo il modo di trattare una signora? Ora ti farò frustare fino a quando la voglia ti sarà passata…”
Fiona la interrompe.
“hey, stai calma; questo è il MIO giocattolo, non dimenticare; ora lo faccio portare in camera mia…”
“ma…ma…ok, ti chiedo scusa; è che avevo l’impressione che se la stesse spassando troppo e quindi…”
“vedi, Greta, non tutti sono così sadici. A me piace stuzzicarli, torturarli un po’. Spesso mi piace eccitarli, masturbarli fino all’orgasmo per poi interrompermi subito dopo. Dovresti vedere come supplicano, penso che per loro sia una delle umiliazioni più grandi. Ma a volte li faccio venire. Con chi vale la pena…beh ecco…ho anche dei rapporti. Ora non ti offendere, ma mi ritirerò nella mia stanza con lui. Tu puoi scegliere chi vuoi, qui dentro. Le uniche regole tassative sono: non slegarli MAI; non ferirli permanentemente; non ucciderli.
Hey, voi portate lo svedese in camera mia.
Vieni Greta voglio vedere cosa scegli”
Greta percorre il corridoio vedendo molti esemplari maschi di varie razze, tutti molto alti ed attraenti.
Ma la sua attenzione si sposta sull’ala femminile.
-mmm…avrei dovuto capire che preferiva le donne -, pensava Fiona sorridendo.
Ci sono tante ragazze, molto attraenti; una coi capelli e gli occhi scuri ed il fisico da modella le ricorda vagamente Tania, anche se lei era più vitale, più forte e più bella; una bellezza purtroppo inarrivabile, con grande rammarico di Greta.
Poi le viene in mente una cosa.
“Fiona, dove si trova la nuotatrice norvegese?”
“beh, in questo momento sta subendo il trattamento, non la puoi portare in camera…”
“no, ecco…vorrei solo vederla”
“ok”
Percorrono alcuni piani sottoterra e raggiungono una stanza controllata da una decina di guardie.
La porta si apre.
La norvegese è immobilizzata su di un letto a X, con cinghie su caviglie, cosce, vita, collo, fronte, bicipiti e polsi.
Ha una tuta bianca. Dei fili escono dalla tuta in diverse parti del corpo.
“vedi, questo trattamento ha lo scopo di farla soffrire in modo prolungato, ma senza provocarle danni a livello fisico; per questo vengono monitorati battiti cardiaci e temperatura; se i valori diventano critici la tortura elettrica si ferma, lasciandola riposare; c’è una telecamera che filma il tutto, parte del video verrà trasmessa alle cavie come ammonimento.
In questo momento, vedo dal computer, la cavia ha appena sopportato un ciclo continuo di 47 minuti, come puoi notare dai suoi respiri pesanti; tra una mezz’ora dovrebbe incominciare nuovamente”
“ecco…Fiona, io vorrei rimanere qui ad osservarla un po’; non farò niente, osserverò come il computer gestisce le scariche elettriche”
“beh, Greta, ognuno ha i suoi gusti, è un tuo diritto”
“una cosa vorrei chiederle…”
“dimmi”
“ecco vorrei spogliarla…posso?”
“ah, avrei dovuto immaginarlo, che sbadata; diciamo che la tuta che indossa non ha una precisa funzione. Non è svestita perché lo scopo di questo trattamento è punitivo, non di nostro piacere. Ok, puoi agire come credi; i non-human sono a tua disposizione; ricordati di lasciar fare a loro le operazioni di immobilizzazione; detto questo puoi giocare con la cavia come credi, il trattamento è automatico. Che dire, buonanotte, io ho uno svedese seminudo ed eccitato che mi aspetta e stasera mi sento ispirata, mmm…potrei sottoporlo alla macchina del solletico…un giorno te la farò vedere, Greta. A domattina”
Greta non vede neanche Fiona uscire, sta fissando con morbosità la ragazza norvegese da qualche minuto.
Ora è sola con lei; le guardie sono a sua disposizione fuori dalla porta.
Vuole godersi quei momenti lentamente.
“non so nemmeno il tuo nome, cagna; Fiona ha ragione ad essere dispiaciuta per te. Il tuo sguardo iniettato di rabbia denota un carattere che non si arrende. E sicuramente sei abbastanza forte da rompere delle manette d’acciaio, anche se difettose, e mettere ko diversi non-human armati; anche se ora sei vestita si vede che sei slanciata e forte; ma rimedieremo subito, inizierò a toglierti la parte sopra…”
Il trattamento è iniziato da meno di un giorno, quindi la ragazza è ancora nel pieno delle sue facoltà.
Ha un volto sbarazzino con delle lentiggini, occhi azzurri ed un bel colorito sulle guance.
4 guardie entrano e dicono a Greta di allontanarsi, per sicurezza.
“toglietele solo la parte sopra, per ora, grazie…”
Le guardie, con le dovute precauzioni, abbassano la cerniera della tuta e rimuovono la cinghia attorno alla vita, sollevando la tuta fino a sopra il seno; la ragazza ha ancora una canottiera bianca; poco male, il piacere sarà prolungato. Riallacciano stretta la cinghia attorno alla vita.
Ora tocca alle cinghie sui bicipiti, la tuta viene sollevata fino ai polsi, lasciando scoperte le braccia; nel momento in cui ha i bicipiti liberi si dimena con forza; pur essendo ancora totalmente immobilizzata, le 4 guardie fanno fatica a riallacciare le cinghie questa volta sulla pelle nuda.
L’operazione analoga sui polsi viene fatta, per sicurezza, separatamente tra destra e sinistra.
Greta capisce, ora, perché le precauzioni non sono mai eccessive.
“lasciateci…”
Torna ad esaminare la cavia.
Con la tuta non si notava quanto fossero muscolose e toniche le braccia.
Nulla a che vedere con Tania, ma questa si avvicinava; la peculiarità di Tania consisteva nel fatto che era splendida in tutto. Questa era comunque bellissima, ma era leggermente sproporzionata rispetto ad altre parti del corpo, come l’addome, che, pur morbido e muscoloso, non era confrontabile con la massa delle braccia. Trovare un minimo difetto in Tania non era difficile, ma impossibile.
La ragazza, di carnagione molto chiara, è un bagno di sudore, il suo petto si alza e si abbassa velocemente per il trattamento appena subito.
Una cinghia collegata a varie ampolle è fissata alla bocca, rendendole impossibile parlare; probabilmente era il mezzo per nutrirla, visto che il trattamento durava almeno una settimana. Elettrodi sui polsi.
Fili che escono dalla canottiera all’altezza del seno, si intravede un nastro che le avvolge tutto il torace coprendo i capezzoli.
Greta incomincia ad accarezzare la cavia sul volto, sul seno, sull’addome, tastando la fermezza dei bicipiti. Decide di togliere la canottiera mentre è ancora legata. La sfila dai pantaloni della tuta, con difficoltà la fa passare sotto la cinghia, scoprendo i meraviglioso seno palpitante. Sul torace vi erano elettrodi sia per monitorare i battiti cardiaci sia per indurre scosse elettriche.
La annusa, è tuta sudata.
“hai proprio un bel corpicino, sai, cagna?”
La lecca sull’ombelico.
“sei salata…mi piaci”
La cavia ha un impulso di ribellione: non solo dovrà soffrire in modo indicibile per una settimana, ma ora deve anche subire le depravazioni di quella lesbica?
Emette un grugnito misto tra rabbia e frustrazione e tira violentemente alle cinghie.
Guarda Greta con odio e aria di sfida.
“vedo che hai ancora tanta forza. Guardie, i pantaloni; spogliatela completamente”
Le guardie sono 6, ora, le operazioni sono svolte con lentezza ed attenzione, usando cinghie supplementari.
Operazione ultimata.
Greta capisce il perché delle 6 guardie: le gambe hanno una massa muscolare impressionante.
Nella zona anale e vaginale ci sono dei tubi infilati strategicamente e fissati con lo scopo di espletare le funzioni fisiologiche della cavia durante il trattamento.
Altri elettrodi applicati alle caviglie.
“guardia, vedo che il letto ha un meccanismo; posso divaricare la gambe maggiormente?”
“naturalmente”
La guardia agisce su degli ingranaggi che divaricano le gambe della cavia quasi perpendicolarmente al busto.
L’elasticità della ragazza è impressionante.
Greta, in piedi in mezzo alle gambe della cavia, con le mani appoggiate delicatamente sulle cosce nude, fissa la sua preda. Le accarezza le gambe che si contraggono istintivamente nel tentativo di fuggire e la fissa negli occhi.
“sei ancora dell’idea di sfidarmi?”
dice Greta chinandosi a baciarle l’ombelico e l’addome in più punti.
Con lentezza agghiacciante lascia quella posizione invitante per portarsi dietro di lei, sempre tenendo un dito a contatto col suo corpo e facendolo scivolare in modo sensuale.
La cavia è una furia e tenta di dire qualcosa attraverso il bavaglio in una lingua a Greta sconosciuta.
Ora Greta si trova dietro di lei e, appoggiando le sue mani sui bicipiti della cavia, inizia a baciarla sensualmente su fronte, guance, collo, orecchie.
Contemporaneamente fa scivolare le mani su ascelle, seno, impastandolo con avidità e saggiandone la fermezza.
La cavia emette lamenti di protesta tentando di dire qualcosa.
Greta torna al suo fianco e la fissa sorridendo.
“hey, che hai da dire? Non parlo la tua lingua. Sai una cosa? Di solito sono più sadica, meno dolce, ma…il fatto che io a te faccio schifo, e lo percepisco, fa sì che tu istintivamente ti ribelli ai miei tocchi e la cosa mi piace tanto…”
e passa nuovamente le mani su addome e seno.
Improvvisamente il computer emette uno strano suono simile ad un allarme.
Gli occhi della cavia sono ora colmi di terrore e vanno a cercare Greta in cerca di un aiuto disperato. Da questi particolari Greta capisce che il trattamento sta ricominciando.
Inizialmente emette un urlo di rara intensità, ma le si blocca in gola dopo un secondo. L’intensità della tortura è tale che la cavia non è in grado di emettere un suono.
Greta osserva l’animale con interesse. La tortura si mantiene costante per alcuni secondi su tutto il corpo, per poi alternarsi variando di intensità, su alcune zone, per lasciare un fisiologico tempo di recupero e per non diminuire troppo la sensibilità al dolore.
Quando le gambe vengono sollecitate Greta può appena avvertire visivamente un guizzo, una contrazione permanente nei quadricipiti della cavia; pertanto si porta di nuovo in mezzo alle gambe divaricate e appoggia le mani sulle cosce. Nel momento in cui parte la scarica avverte molto di più la contrazione dei muscoli toccandoli, nonostante la posizione delle gambe e le cinghie ben strette.
Ora la scarica è indirizzata altrove.
Presa da un istinto di “compassione” si avvicina con la bocca al suo monte di venere, mantenendo le mani sulle cosce ed accarezzandole.
La sua lingua si infila dove può, tra sonde ed elettrodi, stimolandole quella parte molto sensibile. Grida di protesta da parte della vittima.
Ora osserva la parte superiore del corpo. Quando investita dalla scarica contrae nello stesso tempo pettorali, bicipiti, addominali in modo innaturale. Greta avverte ad occhio la bellezza dei suoi muscoli, resi lucidi dal sudore della cavia.
Per 25 minuti si diverte a vedere la sofferenza della ragazza e ammirandone contemporaneamente il corpo atletico.
Ogni tanto passa le sue mani avide sulle pelle per accarezzarla sadicamente, a volte pizzicandola, a volte palpandola sensualmente.
Quando il torace viene lasciato “a riposo” le contrazioni diminuiscono, ma il petto inizia ad alzarsi ed abbassarsi convulsamente. In quei momenti Greta va ad assaggiare il corpo della vittima leccandola ed annusandola.
Infine, mettendosi a cavalcioni su di lei su di una coscia, mentre una scarica le colpisce il torace, lei la lecca sull’ombelico e la morde, trovando in quell’atto un piacere che non provava da tempo, precisamente da quando aveva visto Tania sulla pertica in palestra.
Quando il trattamento si ferma, Greta si ricompone, passa una mano sull’addome e sul seno della ragazza, osserva che i suoi occhi sono ora inespressivi, anche se conservano quella punta di rabbia e frustrazione che a Greta piace tanto. Evidentemente il trattamento sta incominciando a funzionare.
“mi è piaciuto averti a modo mio, cagna. Penso che ti farò visita ancora, in questi giorni”
Un bacio sulle guance.
“guardie, rivestitela”.
Un vecchio amico
Arriva il momento dell’addio per Fiona.
Greta è un po’ dispiaciuta, si stava affezionando, ma Fiona la rassicura
“stai tranquilla, ogni tanto vi farò visita per divertirmi un po’; ho messo gli occhi su un ragazzo cubano, un avanzo di galera niente male, tutta roba naturale…”
Ora Greta ha il comando.
Raggiunge, come ordinato, il Membro 137 nel suo ufficio.
Ella si congratula con lei, le spiega come il suo inserimento sia stato più che soddisfacente.
Parlando della situazione dell’isola, viene fuori che Henry sta andando in pensione, ma si fatica a trovare un degno sostituto.
La mente di Greta scava nei suoi ricordi e le viene subito in mente qualcuno…
“Membro 137…ecco, io vorrei suggerire una persona…”
Alex, dopo la delusione profonda con Tania, cade in uno stato di profonda depressione.
La disavventura del lago è nota praticamente a tutti. Quella della cascata un po’ meno.
Le aziende che lo avevano contattato smettono di cercarlo. I genitori lo mettono sotto pressione ignorando i suoi sentimenti.
Sentimenti per Tania che, gradualmente, lasciano spazio all’odio.
Alex coltiva un odio profondo per colei che lo ha rifiutato.
Inoltre quel calcio nella zona genitale, già in precedenza poco vigorosa e alquanto “inutilizzata”, lo ha reso quasi incapace di avere rapporti sessuali. Incapace di avere rapporti normali per motivi di insicurezza, sfoga la sessualità nel sadismo.
Internet in questo lo asseconda parecchio. In ogni caso spesso paga prostitute che si facciano legare per soddisfare i suoi istinti. Dominando e legando le sue vittime, riesce a raggiungere il piacere.
Ciò che è successo a Greta è visto con invidia e turbamento, ora.
Fondamentalmente realizza che l’unico modo per avere una donna, per LUI, è farlo contro la sua volontà. E visto che non è molto dotato fisicamente…l’unico modo, si sa qual è, il cerchio si restringe.
Rimane un genio inespresso con qualche denuncia da parte di alcune prostitute non molto accomodanti in fatto di fantasie sadomaso, il che per il suo curriculum non è il massimo
E deve trovare un lavoro.
Si reca all’ennesimo colloquio quasi con rassegnazione.
La signora cinquantenne lo accoglie nel suo studio.
“Alex, eccoti qua, finalmente. Dobbiamo migliorare la nostra divisione di reclutamento, se è vero che ci stavamo per perdere un elemento come te…se non fosse grazie e LEI”
Greta si rivela.
È cambiata.
Oltre ad essere cresciuta ha anche l’aria più rilassata e felice rispetto a come l’aveva conosciuta.
Si stringono la mano.
“Alex, sei cresciuto ma non sei cambiato molto…”
Greta racconta al suo amico tutte le sue vicissitudini, dai 2 episodi con Tania, al reclutamento, alla congrega, al suo lavoro, a come riesca a provare piacere e soddisfazione ora.
Alex è incredulo, ma decide di accettare.
A lui toccherà la parte informatica, sensoristica ed elettronica del Centro.
Il giorno dell’insediamento, il suo stupore alla vista dell’isola è grande, Greta sorride pensando a quando lei aveva provato le stesse cose.
Ad Alex vengono spiegati tutti i meccanismi di allarme, controllo, videosorveglianza, macchinari per i test.
Le sue abilità informatiche, insieme alle conoscenze della meccanica, stimolano in lui diverse idee, da mettere in pratica a breve.
Henry è un insegnante paziente e metodico.
Dopo un introduzione generale, Alex visita la zona di “allenamento”, in particolare la piscina.
La piscina è visibilmente più lunga di una comune piscina olimpionica, più profonda e con un bordo alto 3 metri, in modo da rendere impossibile la fuga delle cavie.
Alex osserva affascinato la procedura: le cavie in costume da bagno, sono avvicinate alla piscina, con mani legate dietro la schiena e caviglie collegate con una catena lunga 10 cm (per dare una minima possibilità di movimento). Degli elettrodi sono applicati al petto (alle donne sotto il costume intero) e legati attorno al torace. Un monitor segue le loro pulsazioni. Vengono appesi a testa in giù con un paranco, le loro mani liberate e, successivamente, i loro piedi, facendoli volare in acqua. Oggi sono sottoposti ad una prova di resistenza sulla lunga distanza.
“ma come siamo certi che diano il massimo?”
“oh, vedi, Alex – interviene Greta, che in quel momento è ai monitor – è semplice: l’ultimo arrivato viene sottoposto ad un doloroso (ma fondamentalmente innocuo) test di resistenza al dolore; il primo viene lasciato “a riposo” per 2 giorni…certo non vogliamo che a subire siano sempre gli stessi, quindi solitamente diamo un vantaggio cronometrico ai più deboli sulla base degli ultimi test…diciamo che è molto a nostra discrezione; l’importante è che queste stupide bestie non se ne accorgano e spingano sempre al massimo”
Alex è stupito di quanta sicurezza abbia Greta, rispetto a pochi anni fa; ora è al comando della divisione genetica; certo sembra aver mantenuto quella freddezza che l’ha sempre caratterizzata.
Gli uomini iniziano il loro test e vengono fatti partire separatamente, in modo da poter “truccare” i dati cronometrici senza difficoltà.
Ora è il omento delle donne.
Alex si accorge subito delle preferenze dei suoi colleghi; tra le donne Greta è l’unica che ha una predilezione per le cavie femmine e sembra non vergognarsene. Tra gli uomini solo un certo Jean, uomo piccolo e goffo, sembra divertirsi egualmente sia con gli uni che con gli altri. Lo sente rivolgersi a Greta dicendo “stasera non mi dispiacerebbe portarmi in camera sia il cubano che la ballerina e frustarli insieme; ah, per il test vorrei far perdere il cubano, ha tentato di ribellarsi quando lo toccavo…ti dispiace?”
Greta annuisce con disinteresse.
Alex rimane colpito da una nuotatrice: capelli castani, occhi marroni da gatta, fisico imponente ma slanciato.
“chi è, Henry?”
“ah, Stella! È un’atleta italiana completa (nuoto, corsa, lancio del peso) arrivata da 2 settimane. Le stiamo facendo fare diverse prove fisiche, per vedere dove se la cava meglio, data la sua bellezza potrebbe essere anche inclusa tra i “divertimenti”, chi lo sa”
Alex osserva come i non-human la calano con il paranco. A testa in giù accenna un movimento istintivo per tirarsi col busto su e contrae i suoi magnifici addominali. Una volta in acqua, al momento del via, parte con una velocità e potenza impressionanti; la sua muscolatura quasi eguaglia quella di Tania, pur rimanendo un gradino sotto.
“Henry…ecco…avrei una richiesta…”
“ah, lo sapevo! L’hai subito adocchiata, vero? Beh, non è ancora annoverata fra i “divertimenti”, ma visto che sei nuovo faremo un’eccezione; chiederò a Greta di farla vincere, per tenerla riposata domani sera; avanzerò la richiesta speciale al Membro 137”.
La giornata passa senza intoppi.
La prima cena sull’isola è positiva anche per Alex, aiutato molto da Greta, che lo fa sentire molto a suo agio.
Al momento di andare a scegliere le “vittime” per la serata, Alex ha una richiesta particolare.
“ecco, Henry, Membro 137, tutte queste cavie sono molto belle e sicuramente avrò modo di apprezzarle. Io vorrei passare la mia prima serata con Stella, l’atleta italiana, ma visto che sarà disponibile solo domani, mi piacerebbe fare “visita” presso ognuno di voi, così, tanto per capire i vostri gusti, sempre se ciò è permesso…anche lei, Membro 137, mi interesserebbe vedere cosa le piace”
I colleghi accettano di buon grado.
Il primo ad essere visitato è il suo tutore, Henry.
Una bionda giovane e prosperosa (una prostituta tedesca) è legata al suo letto seminuda, Henry avvicina al letto un carrello con ghiaccio, cibo di vario genere, vino. Evidentemente gli piace avere dei rapporti tradizionale, con qualche variante legata al cibo e, ovviamente le dovute precauzioni che impongono l’immobilizzazione delle cavie.
L’amica Greta ha in camera una centometrista di colore. È nuda, legata ad X verticalmente e sollevata leggermente da terra. Greta le sta applicando degli elettrodi su tutto il corpo.
“ti ricorda qualcosa, Greta?”
Silenzio tra i due.
Greta accenna un sorriso. Entrambi sono accomunati dal folle desiderio per una certa persona. La nostalgia di Tania li rende quasi malinconici.
Alex decide di lasciarla lì ed andare altrove, per scacciare il ricordo della ex compagnia di scuola.
Jessica e Magda, due donne sulla quarantina, non belle ma dall’aria non certo di donne acqua e sapone, addette all’alimentazione e al controllo sanitario delle cavie, sono nella stessa camera con un uomo muscoloso, nudo, legato fermamente ad una specie di lettino ginecologico. Un divaricatore gli tiene aperta la bocca. Cinghie spesse su polsi, bicipiti, collo,, addome, cosce e caviglie lo immobilizzano fermamente al lettino con le gambe divaricate.
Mentre Jessica sta palpeggiando l’uomo facendolo eccitare lentamente, Magda spiega ad Alex:
“noi ci divertiamo così, lo eccitiamo in tutti i odi possibili, lo punzecchiamo, lo stuzzichiamo, per tenerlo sull’orlo dell’orgasmo. Quando è sull’orlo della disperazione…beh, dipende quanto è bravo a supplicare”
Detto questo si unisce alla collega ed inizia un lavoro paziente sul corpo del malcapitato. Magda sembra essere più esperta, visto che al suo tocco l’uomo ha subito una erezione evidente.
Jessica appare un po’ risentita, lo schiaffeggia.
“e così la preferisci a me? Maledetto cane!”
E gli morde con violenza l’orecchio, mentre Magda continua il lavoro sensualmente.
Alex si reca dal sadico Jean.
Una donna ed un uomo, entrambi di colore, sono legati l’uno di fronte all’altra, con delle mutande addosso. Segni evidenti di frustate sul corpo di entrambi, più sulla donna.
Alex saluta, non prova particolare simpatia per l’uomo.
Membro 137.
Alex bussa.
“avanti”
Un uomo ed una donna seminudi sono imbavagliati ed immobilizzati su uno strano marchingegno, con spazzole rotanti, piume, stuzzicadenti.
“macchina del solletico, Alex. Ho selezionato i soggetti più sensibili, non quelli più attraenti, come vedi. Osserva”
La donna preme un pulsante. Le spazzole e le piume iniziano a danzare sulle parti più sensibili dei due poveretti; ascelle, fianchi, piedi, collo sono le zone più sollecitate.
La donna, specialmente, si sta dimenando come una furia, urlando convulsamente.
Alex è affascinato da tutto ciò.
Tuttavia si ritira in camera sua. La sua preferenza per Stella il giorno dopo in realtà è una scusa per ritirarsi in camera ed accendere il suo vecchio PC: la nostalgia la coglie, le foto della sua amata Tania, ora giovane promessa dell’atletica, sono da lui conservate minuziosamente e con ossessione; dalle pose fotografiche più banali ai fermo immagine colti durante le sue performance.
Non riesce a dimenticarla.
Sta per mettersi alla ricerca dell’ennesimo video o articolo quando sente bussare la porta.
“Greta, vieni, entra”
“ciao Alex, come te la passi?”
“beh, guarda, non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi fatto venire fino a qui. Non sarò mai in grado di sdebitarmi”
“beh, devi sapere che per me è un piacere avere qui una persona che conosco fin dal liceo”
Parlano come 2 vecchi amici, si raccontano del più e del meno, Greta parla del suo sadico lavoro come se niente fosse.
Ad un certo punto Greta incalza:
“stai ancora pensando…a lei. Vero?”
In tutta risposta, Alex mostra a Greta le foto sul suo PC. Greta è stupita nel vedere la quantità di foto della vittima dei suoi sogni, suddivise per cartelle e sottocartelle: video, interviste, articoli, foto, performance atletiche.
Il solo pensiero di quello che potrebbe farle sull’isola la fa volare con la fantasia come non mai. Una foto in cui Tania è alle prese con il salto con l’asta cattura la sua attenzione: l’atleta ha appena lasciato l’asta, il viso concentrato nello sforzo, i muscoli slanciati tesi e sinuosi allo stesso tempo, il top smaniato lascia scoperto l’addome e tutti gli addominali scolpiti.
Greta vola e sogna Tania sull’isola come cavia, ma viene colta da un pensiero incalzante:
“Alex…tu…la ami, vero? Voglio dire in modo tradizionale, non le faresti mai del male, la vorresti tutta per te, se fosse una cavia qui la vorresti liberare per mostrarle il tuo amore…vero?”
“Greta…tu non sai quanto io sono cambiato. Crescendo e scontrandoti con la realtà, con il tuo aspetto fisico, arrivi a capire che non potrai mai avere una creatura così, come potrebbe innamorarsi di me? Vedi, il mio desiderio per lei è immutato, anzi, più forte di prima. Ma c’è una differenza.
Forse non sai che il calcio che mi ha dato quel giorno mi ha provocato non pochi problemi sessualmente; non sono affatto impotente, ma faccio fatica ad avere…ecco tu sai cosa; invece l’idea di avere una donna in mio potere mi eccita moltissimo. Tania poi…non parliamone.
La voglio umiliare, come lei ha fatto con me. Voglio che soffra. Voglio che si penta di avermi rifiutato. Voglio strapparla dal mondo che lei conosce ed averla qui per torturarla lentamente, senza danneggiarla troppo. Voglio che diventi una schiava, un oggetto nelle mie mani. Ma deve soffrire, ribellarsi, voglio sentirla urlare di rabbia”
Gli occhi di Alex si illuminano e incontrano quelli di Greta.
La magia della situazione, l’incontro tra i due, i sentimenti rivelati abbattono le barriere tra i due. Quasi in estasi i due si abbracciano, poi, tenendosi per mano e contemplando la foto di Tania, iniziano ad accarezzarsi.
Complici.
Non provano attrazione l’uno per l’altra. Ma il loro desiderio va nella stessa direzione.
“Alex, sapessi quante volte ho parlato col Membro 137…il fatto è che lei è famosa, capisci? Troppi occhi puntati addosso. Troppa gente sulle sue tracce. Ci vorrebbe un miracolo, che ne so, che venisse arrestata, oppure…bah. Il fatto è che non mi voglio illudere. E comunque qui abbiamo di che consolarci, non trovi?”
Alex annuisce, non molto convinto.
Piacevole passatempo
Alex è nella sua stanza, sta guardando le notizie in TV.
Bussano alla porta.
“ah, finalmente”
I non-human entrano nella stanza con un carrello.
Stella è legata, tradizionalmente, ad X, bendata e con un divaricatore in bocca.
Come da Alex ordinato, è vestita con culottes e canottiera bianca.
Vengono lasciati soli.
Mentre la cavia inizia a dare strattoni alle cinghie, chiedendosi il perché dell’attesa interminabile, Alex, con sadica pazienza, le gira attorno, osservando da vicino la sua preda.
È la prima volta che si trova a realizzare i suoi sogni dal vero.
La cavia è un esemplare magnifico. Ora che è legata si può osservare da vicino ogni centimetro del suo corpo da favola.
Con un dito e con leggerezza Alex inizia a stuzzicarla e a pizzicarla qua e là; è bello vederla strattonare, i suoi muscoli sono più in risalto; ne può saggiare la consistenza pizzicandola e mordicchiandola nella zona dei pettorali e dei bicipiti.
La schiena è un inno alla perfezione, sinuosa e tonica.
Alex gioca con l’elastico delle mutandine saggiando la compattezza delle natiche.
Gli era già capitato di legare qualche prostituta, ma allora erano tutte consenzienti; e comunque si facevano legare in modo molto finto.
Ora era tutto diverso.
E poi non aveva ancora visto un corpo così; certo, il corpo di Tania era qualcosa di inarrivabile, ma questo “surrogato” era comunque notevole. E poi non aveva mai avuto il tempo di esaminare da vicino il corpo di Tania, se non in quelle brevi occasioni in cui lei lo malmenava.
Ora Stella era lì, legata e alla sua mercè. Voleva gustarsi quel momento.
Clack…clak…Alex aveva deciso di metterla più in tensione, diminuirle la libertà di movimento; Braccia e gambe ben stirate, anche se non al limite.
Rrrip…con una forbice taglia le spalline della canottiera; via la parte sopra.
Un torace magnifico, con costole a vista (data la posizione), ma con un seno bello e sodo.
Il divaricatore viene fissato ad una barra in alto per tenerla con la tesa rivolta in alto.
Tanta forza e potenza nelle sue mani.
Con uno stuzzicadenti la punge sulle cosce, sull’addome, sotto le ascelle.
I suoi scatti involontari sono la cosa che più lo appaga.
Col tempo aveva scoperto di amare sempre di meno il sesso tradizionale. I vani tentativi di ribellione della vittima lo eccitano violentemente.
Via le mutandine.
Alex pazientemente si porta nella sua zona genitale e incomincia, con una pinzetta, a tirare fastidiosamente la peluria…tac; ecco un pelo pubico che se ne va, con conseguente lamento della vittima.
Si diverte ad alternare strappate fulminee e decise ad altre prolungate e dolorose per la vittima, che incomincia a sudare.
Il sudore fa brillare in modo visivamente piacevole il corpo di Stella.
Alex la annusa e la pizzica un po’ dappertutto, per poi tornare alla dolorosa depilazione.
Questa notte Alex capisce che tutte le sue sofferenze passate saranno in parte giustificate dalle soddisfazioni che si prenderà da quel momento. Stella è la prima vittima dell’umiliazione e del dolore fisico provocati dal sadico e paziente Alex.
Usando la malcapitata come cavia, Alex sperimenta su di lei l’elettrostimolazione, arrivando a limiti che mai avrebbe pensato di raggiungere su un essere umano.
Si sente un Dio, avendo il totale controllo sulla bella atleta.
Il piacere raggiunto dopo 2 ore di torture alternate a piccoli giochetti è molto appagante per Alex, che rimane a dormire per parecchie ore.
Al suo risveglio vede la sua cavia esausta per la posizione in cui è rimasta legata tutta la notte ma ancora reattiva al suo tocco.
Rilascia la catenella legata al divaricatore per poterla vedere in faccia. La bacia con ardore, con moto di repulsione da parte della vittima, per poi schiaffeggiarla con rabbia, sfogando tutta la sua frustrazione per la sua delusione con Tania.
Se solo lei fosse qui al posto della povera Stella…un accenno di nostalgia prende il ragazzo.
Nei mesi successivi Alex si da molto da fare per mantenere efficienti tutti i sistemi di sorveglianza e tutti gli apparecchi elettrici e meccanici utilizzati sia per gli esperimenti che per le “sessioni”. Grazie alla sua fantasia ed al suo genio riesce a sviluppare un sistema molto più sicuro ed efficiente rispetto al suo ormai vecchio predecessore.
L’affiatamento con Greta e la comune passione, rafforzata dai loro gusti molto affini, permettono loro di raggiungere ottimi risultati nelle ricerche, ben oltre le previsioni del Membro 137.
Spesso si ritrovano nel dopo cena a giocare insieme con cavie femmine, torturarle , violentarle, anche solo umiliarle.
Altre sere, però, si ritrovano ad ammirare con nostalgia le foto della loro amata Tania G.
Un supplizio a cui non riescono a porre termine, nonostante gli innumerevoli svaghi offerti dalla situazione.
Si avvicina il Natale dell’anno 2014, quando il Membro 137, il giorno della vigilia, li convoca entrambi per una riunione.
“Accomodatevi, miei cari. Voi non avete nemmeno idea di quanto abbiamo progredito, grazie soprattutto a voi, negli ultimi mesi. Soprattutto sui nuovi nati non-human e sulla possibilità di comandarli telepaticamente tramite altri non-human. Era un qualcosa che nessuno aveva neanche provato ad immaginare. Per non parlare delle strutture ammodernate grazie al genio del nostro Alex”
Alex e Greta si guardano, un po’ rossi in volto, ma consapevoli del fatto che i complimenti sono meritati.
“C’è qualcosa, però, che vi rende un po’ tristi, tutti lo sanno, anche se voi non ne parlate mai”
I due non sanno come rispondere alla donna.
“Ecco, normalmente non scendo in campo personalmente per questo genere di cose, ma ho fatto un’eccezione nel vostro caso, visto che siete arrivati insieme e che tanto avete dato alla congrega”
Si guardano un po’ stupiti, chiedendosi il senso delle parole della donna.
“Beh…se devo essere sincera non so se sarei riuscita a farlo, se gli eventi non mi avessero aiutato…tra l’altro, è curioso il fatto che domani sia Natale; beh non riesco ad aspettare domani per stupirvi…”
“Fare cosa, Membro 137?”
Interrompe Greta…
Natale 2014 – il Natale più bello
Tania G. alias Grey Phantom, si risveglia coricata sul pavimento di una strana cella, quasi futuristica; le sembra di essere in un film di fantascienza, le pareti bianche, la luce debole, un vetro attraverso il quale non si vede nulla.
Si alza un po’ stordita. Nel momento in cui si accorge di avere il suo costume grigio ma non più la maschera si ricorda tutto: l’uscita notturna, la lotta, lei vittoriosa, il dardo…e poi ancora la polizia, gli strani uomini che fanno irruzione, poi il nulla.
Dove si trova? È in trappola, in una cella, ma dove?
Non sapendo che fare inizia da dare calci e spallate contro il vetro, ma senza effetto, se non quello di farsi male ad una spalla; e dire che, grazie alla sua forza, aveva sfondato in questo modo parecchie porte, anche non sottili.
Una luce dall’altra parte del vetro.
Entrano una decina di uomini con tute azzurre, gli stessi che aveva in precedenza. Sono tutti armati, due portano un carrello con degli strani aggeggi, Tania riesce solo a riconoscere delle strane cinghie che apparentemente servono ad immobilizzare.
Per ultima una donna…un momento, la riconosce, è la stessa della stazione di polizia ai tempi di Greta, e la stessa che le aveva fatto la fatidica domanda “sei tu grey Phantom?”.
“Che sta succedendo qui? Dov’è la polizia? Chi è lei, cosa vuole da me? Io non ho ucciso nessuno, non neanche mai rubato, ciò è illegale…”
“Ma quante parole, mia cara Tania, o Grey Phantom che dir si voglia. Senti un po’, ti dirò tutto più tardi e con molta calma…eh eh non mi crederai, ma abbiamo tanto di quel tempo a disposizione…”
“Tempo? Io non ho tempo per nessuno, ora voglio fare una telefonata, ne ho diritto…”
“Shh, vedi, mia cara ginnasta/eroina, la prima cosa da capire è che da ora in avanti tu non avrai più nessun diritto, che ti piaccia oppure no. Ora, per cortesia, incomincia a toglierti quello stupido costume…”
“Ascoltami bene tu, razza di puttana, non so chi tu sia, ma io sono molto conosciuta, mi cercheranno, non prendo ordini da nessuno…”
“Eeeeh, lo sapevo che sarebbe finita così, signori, attivate il “riscaldamento”…”
Un uomo in tuta azzurra aziona un interruttore.
Le luci si spengono, Tania non riesce a vedere più nulla al di fuori del vetro, mentre la prigioniera è ben visibile dall’esterno.
Nel giro di pochi secondo l’aria si fa pesante, più calda, irrespirabile.
Tania incomincia chiedersi come sia possibile che ciò stia accadendo, dove accidenti si trovi. Il calore si fa insopportabile, l’umidità è altissima.
Tania è fisicamente molto preparata, ma incomincia, dopo pochi minuti, ad avere problemi di respirazione. Ma non vuole dare soddisfazione alla donna.
Improvvisamente la cella viene divisa in due parti da sbarre di metallo.
La zona in cui si trova lei rimane uguale; nell’altra zone Tania vede una specie di ugello uscire dal soffitto. Ad un certo punto dall’ugello inizia ad uscire dell’acqua.
Tania incomincia a capire.
Con tutte le sue forze cerca di piegare le sbarre di passare in qualche modo, ma oltre ad essere stordita per il narcotico è anche spossata dall’improvviso calore.
“Vedi, mia cara amica ginnica, dovresti aver capito, ormai, che se vuoi raggiungere l’altra parte, ti devi togliere quello stupido costume, vedi alle sbarre il costume non piace. Ah, sappi che possiamo spararti un dardo tranquillizzante in ogni momento e fare come crediamo, se dimostri di essere stupidamente cocciuta. Eh dai, ora la temperatura è oltre i 40 gradi, l’acqua è bella fresca, non vuoi un po’ di refrigerio?”
L’istinto di sopravvivenza di Tania ha la meglio sull’orgoglio.
Non senza qualche difficoltà, data l’umidità, la stanchezza ed il sudore, riesce a denudarsi completamente e a gettare lo “stupido costume” per terra.
Nulla accade.
“Hey, mi sono spogliata, che altro volete che faccia, maledetti!” urla Tania con una punta di frustrazione nella sua voce.
Dopo un po’ di sadica attesa la donna replica.
“Metti lo stupido costume in questa fessura”
Un contenitore fuoriesce da sotto il vetro. Tania vi mette il costume.
In tutta risposta un uomo aziona un interruttore, le sbarre si alzano, Tania si precipita nella doccia e lascia scivolare l’acqua su tutto il corpo, incurante degli sguardi indiscreti dei suoi aguzzini.
Le luci si riaccendono.
La donna applaude.
“Brava, vedi che non sei così idiota come l’apparenza può dare a pensare?”
La donna inizia a vedere la sua preda sotto una luce diversa; pensa fra sé.
“accidenti, che fisico. Ora capisco l’ossessione di Alex e Greta per quella donna. Non penso di aver mai visto una cavia così ben fatta tra tutte le atlete su cui ho fatto esperimenti in più di 20 anni; anche se mi piacciono gli uomini una donna così può far diventare lesbica chiunque. Quasi quasi…potrei farla immobilizzare subito, ma vediamo come se la cava in combattimento; sono anni che non lo faccio, le farò credere di poter fuggire…i non-human non si lamentano se alcuni loro compagni vengono feriti”
“Ora, mia bella Tania, entreranno i miei uomini e ti immobilizzeranno, io nel frattempo ho altro da fare, mi raccomando, comportati bene se non vuoi essere…punita; signori, è tutta vostra, LASCIO LE CHIAVI DELL’EDIFICIO NELLE MANI DEL COMANDANTE, portatemela in ufficio bella legata tra 15 minuti”.
Il Membro 137 chiama altri 10 non-human, armati solo di manganelli, catene e manette, uno con una tuta rossa, diversa dalle altre.
Tania è nuda, bagnata e spossata dal calore, ma la sua abitudine a combattere le ha insegnato a valutare ogni situazione.
Ne conta 10, di cui quello rosso deve per forza essere il comandante. Non sembrano armati. E da quel che ha capito loro la vogliono viva. È un grande vantaggio per una come lei. Data la situazione assurda decide di are almeno un disperato tentativo.
In due si avvicinano alle sue spalle con manette e legacci, altri due di fronte a lei; gli altri stano in attesa con manganelli pronti ad intervenire.
Nel momento in cui le prendono le braccia da dietro li prende con forza e li scaraventa contro i due di fronte, mettendoli a terra; i due da lei afferrati vengo neutralizzati facendo sbattere le due teste con violenza.
Ora altri 5 armati si avvicinano da tutti i lati contemporaneamente. Con un balzo istintivo potente e veloce si getta su uno, lo disarma e guadagna un manganello. Gli altri si gettano su di lei e in due riescono a colpirle violentemente le ginocchia, facendola cadere. Gli altri due ne approfittano e la colpiscono di nuovo sull’addome, ma lei, quasi come se non avesse sentito i colpi li aggira con una capriola.
Il Membro 137 osserva la scena da una telecamera sconcertata. Ne aveva mandati 10, non-human allenati al combattimento, armati. Lei li stava combattendo con una facilità impressionante. I suoi balzi e calci avevano dell’assurdo. Erano rimasti in tre. Tania aveva lasciato il manganello, le sue braccia erano ancora più letali. Con le sua gambe di marmo stringeva un malcapitato fino a farlo svenire, mentre con le altre due mani teneva a terra i restanti. Si dirige dall’unico sopravvissuto, il “comandante”.
Da ciò che aveva potuto vedere probabilmente meno della metà erano ancora vivi. Un’arma letale, una combattente feroce.
Il poveretto le consegna tremante le chiavi, dopodiché lei lo stende con un pugno come se fosse fatto di carta.
“Eccezionale. Fate entrare tutti gli altri 20…”
Il Membro 137 abbandona il monitor per recarsi di sotto.
I restanti non-human oltre ad essere 20, hanno una rete che facilita loro il lavoro.
Dopo averla imbrigliata nella rete come un animale, riescono ad ammanettarla dietro la schiena e alle caviglie e a metterle una specie di collare
Via la rete.
“Tiratela su”
Tania è in piedi di fronte al Membro 137, alta una ventina di cm più di lei.
Da vicino riesce ad apprezzare il suo corpo , ancora ansimante per il feroce combattimento ancora sostenuto.
Un non-human l tiene al guinzaglio, altri 2 le braccia, già comunque ammanettate, due con catene alle caviglie, già legate tra di loro.
Quello che impressiona è la femminilità prorompente, la bellezza unita alla forza, un esemplare più unico che raro.
Quel seno palpitante era così invitante.
“Lo sai, cara, sono decisamente etero, vado matta per gli uomini. Ma tu…ecco tu hai qualcosa di unico, ma guarda, addominali scolpiti…che braccia e che spalle…e le tue gambe, lasciati toccare…sei sudata...e calda”
L’atleta dai capelli scuri ritorna con la mente a quando era legata e torturata da Greta.
Ora era in una situazione ben peggiore, solo per il fatto che non vedeva via d’uscita.
Legata. Nuda. Gli occhi di quella donna su di lei.
Il cuore inizia a batterle forte in petto quando la donna inizia ad accarezzarle il seno, l’addome, le natiche.
In un ultimo disperato sforzo riesce a trovare la forza di calciare con entrambi i piedi legati al volto della donna, ora a terra col labbro sanguinante.
“Accidenti alla mia stupidità…mai avvicinare di persona una cavia. Mettetela sul lettino, usate cinghie doppie!”
I non-human, nonostante la superiorità numerica, le manette, le cinghie e le catene già vincolate a Tania, faticano parecchio prima di legarla completamente al lettino, bendarla e imbavagliarla con un divaricatore.
“Ora è sicura, Signora”
“Bena. Allontanatevi”
Si avvicina al lettino con la belva legata come un salame.
La quantità di cinghie un po’ limita la percentuale di pelle nuda da ammirare, ma è in ogni caso un bello spettacolo, e poi in quel momento è meglio essere sicuri.
“Vedi, puttanella, nessuno mi ha mai dato un calcio. Ora io sono una donna corretta e non ti farò nulla, perché ti devo lasciare intatta per…due persone che conosci bene; sei un premio per loro, capisci? Ma sappi che mi sto trattenendo. Verrà il momento, a freddo, in cui te la farò pagare. Come ti ho già detto, il tempo non manca assolutamente”
Detto ciò le prende il capezzolo destro e lo strizza con forza.
Tania si dimena più per l’umiliazione che per il dolore.
“Mi piace il rumore di un corpo nudo tra le cinghie. Portatela nell’ufficio. Legatela al carrello di “portata”, la sistemerò di persona”.
Tania non vede nulla, sente solo che la stanno portando altrove.
Una porta si chiude. Mani esperte di più persone le applicano velocemente nuove cinghie prima di rimuovere quelle vecchie. Con esperienza e pazienza maniacale viene immobilizzata ad x in piedi.
Acqua fredda su tutto il corpo.
Sapone.
Le mani di più persone, ma sono sbrigative, non avverte desiderio. Si sente un oggetto.
Viene sciacquata.
Con la stessa procedure viene ora immobilizzata ad un carrello, sempre a x, supina.
Viene allungata fino a non avere possibilità di movimento.
Come se non bastasse le vengono applicate cinghie sopra e sotto le ginocchia, alle cosce sia a metà che vicino all’inguine, in vita, sull’addome, sopra e sotto il seno, al collo, sopra e sotto i gomiti. In bocca un altro divaricatore con una canna che va in su, l’unico spiraglio da cui può respirare, visto che il naso viene chiuso con delle mollette. Sugli occhi una flangia che, oltre a non farle vedere nulla, non le permette di muovere la testa di un centimetro.
È inesorabilmente immobile.
Se avessero voluto ucciderla l’avrebbero fatto. Che le succederà? Quali due persone?
I suoi pensieri vengono interrotti dalla sensazione di una specie di schiuma che viene spruzzata sul suo corpo.
Un interruttore viene azionato e sente la temperatura diminuire.
Eravamo rimasti con Alex e Greta in ufficio.
“Fare cosa, Membro 137?”
La signora sorride e rivela un taglio sul labbro.
“Voi non li leggete i giornali, vero? Meglio così, sarà tutto più bello. Oh, il taglio che ho? Beh, non vi preoccupate, nulla di grave, colei che me lo ha procurato avrà tempo di pentirsene, visto quello che la aspetta qui. Ora vogliate accettare di essere miei ospiti a cena stasera. Mi sono permessa di inibire i sistemi telematici delle vostre stanze, così non potete seguire le notizie…ma solo per stasera”
“Accettiamo volentieri, Membro 137. A stasera”
Solitamente i Membro 137 mangia o da sola o con tutti gli altri, raramente cena con singoli individui.
Alex e Greta si recano presso la stanza del loro capo.
“Benvenuti, siete in anticipo. Vi capisco, sapete? Accomodatevi”
Tre sedie, in mezzo nulla.
“Ma…cosa…?”
“Camerieri, prego”
Fanno l’ingresso due non-human con un carrello.
Alex riconosce il carrello di portata: le vittime venivano immobilizzate completamente, del cibo veniva cosparso sul loro corpo per allietare le cene in modo inusuale. Questa volta il corpo era coperto completamente. Un frigorifero manteneva la temperatura bassa per conservare la panna. Un capolavoro, questa volta si erano dati da fare. Panna e meringa su tutto il corpo. Il seno abbondante era ricoperto di crema con delle ciliegine in corrispondenza dei capezzoli. Il volto ricoperto da un melone cavo e del prosciutto intorno. Sulla sommità un tubo per la respirazione. Una noce di cocco a metà nella zona inguinale, strategica. E poi panna. Panna e meringa.
La temperatura bassa causava brividi alla cavia, ma i movimenti erano pressoché impossibili per le innumerevoli cinghie che la contenevano.
Era completamente coperta, ma i due potevano già intuire che il fisico della donna era spettacolare: alta, affusolata, ma con una notevole massa muscolare, un seno tonico ed abbondante; e non avevano ancora visto il meglio.
Il cameriere porta del cioccolato fuso.
“Vogliate servirvi”
Greta versa il cioccolato bollente sull’addome. La vittima ha un sussulto, seguito da un “ngghhhhh!” soffocato.
I commensali iniziano a gustare la prelibatezza dall’addome.
“Carina questa portata, dovremmo farlo un po’ più spesso”
Scherza Alex immergendo la forchetta d’argento nella meringa.
Dopo un paio di minuti l’addome è abbastanza scoperto. I commensali ne possono apprezzare la muscolatura, gli addominali scolpiti, ma pur sempre sinuosi e morbidi. La cavia è di carnagione scura, ma occidentale.
Alex si diverte a stuzzicarla con la punta della forchetta, causando piccoli impercettibili movimenti della vittima.
Il Membro 137 disattiva il refrigerante.
“è ora di gustarcela, non trovate?”
Greta versa del cioccolato caldo sull’addome ora scoperto. La cavia emette un grido e si dimena ulteriormente. Nonostante le cinghie i suoi strattoni fanno cadere la ciliegina sul capezzolo destro, dalla parte di Greta.
“Ma guarda un po’ sembra che la nostra amichetta si stia ribellando. Guarda, Alex, ha rovinato la decorazione”
Alex interviene.
“Beh, intanto diamo una registrata alle cinghie”
Tania, attraverso la coltre di cibo riesce ad avvertire le voci. Quelle voci familiari…no…non può essere. Deve essere un incubo…
“dov’è il pulsante, Greta? Ah eccolo, che stupido”
Sentire nominare quel nome è come un fendente al cuore per Tania che, presa dal panico, inizia a dimenarsi con tutta la forza di cui è capace.
L’altra ciliegina cade, parte della meringa attorno alle braccia cede, le cinghie sembrano allentarsi.
Alex aziona un pulsante.
Le cinghie si stringono fino a calmare nuovamente la cavia che, ora ha un respiro più pronunciato.
Gli sforzi ed il sudore hanno fatto sciogliere parte della decorazione, ora si intravedono spalle, ascelle, bicipiti, cosce, oltre all’addome già scoperto.
Ora i due riescono a vedere più particolari del corpo della vittima, ad apprezzare la definizione muscolare e la compattezza della carne. Non si ricordano di aver visto una cavia così.
“Mi è venuta voglia di panna”
Incalza Greta, e subito inizia a leccare avidamente il seno, seguita da Alex.
Più che mangiare l’ottima crema il loro scopo è scoprire il seno fantastico, abbondante, fermo, rotondo, perfettamente legato ai pettorali, che culmina in ampi, scuri e carnosi capezzoli.
Dopo aver slacciato le cinghi sopra e sotto il seno, osservano come le contrazioni dei pettorali fanno muovere il seno il modo vitale e ribelle.
Sudore inizia a formarsi sotto le ascelle.
I due avidamente passano le loro dita e la loro lingua.
“Voglio vederla mentre si dimena…mi è venuta un’idea”
Alex porta la mano sul tubo/respiratore e lo chiude.
Dopo un minuto la cavia inizia a dimenarsi come una furia. Greta, nel mentre, morde il capezzolo con cattiveria causando un balzo della cavia.
Alex apre.
Il torace inizia ad andare su e giù freneticamente, Alex ne approfitta per leccarlo avidamente.
Ripete il gioco 3 o 4 volte osservando che la panna è ormai quasi completamente sciolta.
Il Membro 137 li osserva compiaciuta; si chiede se sospettano già qualcosa. A questo punto partecipa anche lei mordicchiando l’interno coscia della cavia e osservando i suoi muscoli contrarsi. Non le era mai capitato di desiderare una donna…fino a quel momento.
Dopo 20 minuti di giochetti crudeli il corpo è completamente nudo, fatta eccezione per le cinghie. Ed il volto coperto.
Alex e Greta si fermano un attimo ad ammirarlo.
È incredibile la definizione, la sinuosità del tutto. Gambe che sembrano essere di marmo glutei alti.
“Devo dire che questa volta abbiamo raggiunto un limite. Non penso possa esistere un corpo più bello di questo. Chissà il volto. Solo una persona può eguagliare ciò, e tu sai a chi mi riferisco, Alex…”
I due si guardano.
L’ombra del dubbio percorre i loro volti.
Membro 137 capisce.
“Ragazzi, penso che vogliate godervi questo momento da soli, ma prima…ecco, il giornale di ieri. Vi consiglio di leggere il titolo in seconda pagina…poi potrete togliere quello stupido melone”.
Si allontana ed esce dalla stanza.
I due stanno realizzando che forse…
Il cuore batte a mille.
Greta legge ad alta voce:
“CLAMOROSO: Grey Phantom si rivela essere la promessa dell’atletica mondiale Tania G., da tutti considerata quasi un’extraterrestre per le sue doti atletiche, non meno per la sua bellezza. Ma il giorno della cattura riesce in qualche modo a fuggire, forse con l’aiuto di complici. Fatto sta che ha ucciso 2 guardie ed è fuggita. Nessuno riesce a trovarla, non si è presentata all’allenamento. La polizia ha già dato l’allerta alle frontiere. Quello che è certo è che, se prima era un’eroina amata da tutti, dopo aver ucciso 2 agenti è colpevole di omicidio…”
Tania sente le parole di Greta e inizia a piangere dalla disperazione. Ora è tutto chiaro. Si trova nuda, immobilizzata e alla mercè di due pazzi psicopatici. Con la forza della disperazione, piangendo, tira alle cinghie in modo innaturale, riuscendo a spezzare quelle intorno al gomito destro.
Alex preme il pulsante “emergenza” ed immediatamente delle cinghie supplementare fuoriescono dal meccanismo immobilizzando irrimediabilmente la cavia; ora riescono a vedere le sue lacrime di disperazione sotto il melone.
Alex e Greta si avvicinano alla cavia, lentamente puliscono il poco cibo rimasto sul corpo con dei tovaglioli, indugiando sadicamente in ogni zona sensibile al tocco, mentre lei si dimena disperata.
Quando non ha più nemmeno la forza di piangere si occupano del melone e del tubo, scoprendole il volto e gli occhi.
Tania aveva già capito, ma vederli in faccia è come una pugnalata. Come è potuto succedere? Non si perdonerà mai il suo capriccio di fare la supereroina.
Greta ed Alex la osservano in estasi. Un sogno che diventa realtà.
Tania, al loro cospetto, inerme anche se nel pieno delle forze. La sua forza fisica non le servirà a nulla. Ora appartiene a loro.
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